Dal 6 aprile sarà obbligatorio per docenti e bidelli, il certificato antipedofilia, mentre per i catechisti, la norma è ancora tutta da interpretare. Si chiama, come riportato dal Il Sole 24 Ore, “Direttiva europea relativa all’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile” e prevede che, per tutti coloro che per la propria attività lavorativa hanno a che fare con minori in maniera “diretta e regolare”, il datore di lavoro dovrà richiedere il certificato del casellario giudiziario “al fine di verificare che non ci siano a carico del lavoratore condanne” per una serie di reati che riguardano i minori: prostituzione minorile, pornografia minorile, pornografia virtuale, turismo sessuale e adescamento dei minorenni”.
Questo è il solito pastrocchio all’italiana, norme che in prossimità della loro applicazione sono ben lontane dall’essere chiare, e probabilmente mai lo saranno. Il Sole 24 Ore riporta che da lunedì prossimo, mamme e papà potranno stare più tranquilli quando lasceranno i loro figli a scuola, in piscina e in parrocchia. Personalmente ne dubito, e sinceramente mi auguro che questa affermazione sia in forma ironica, ma dubito anche di questo, anzi sono certo, proprio per la sua assurdità, che sia tutto vero.
Non si sa ancora chi dovrà richiedere nella scuola questi certificati, lo stesso dicasi riguardo a chi li pagherà. Intanto le multe sono certe, e ci mancherebbe, il dirigente scolastico che non provvede rischia una multa tra i 10mila e i 15mila euro. Ma questa norma riguarda solo i dipendenti, mentre i volontari ne sono curiosamente esentati, e mi chiedo su quali basi, i volontari siano moralmente più rassicuranti, nulla di personale naturalmente.
Ho la sensazione che i bambini siano terra di conquista, giustificando il tutto sulla base di una presunta sicurezza che dovrebbe tutelarci sotto ogni punto di vista. La scuola è allo sfacelo in tutti i sensi, smantellata pezzo dopo pezzo, da coloro che sono stati collocati appositamente per occuparsi della Pubblica Istruzione. Le scuole sono fatiscenti, e il corpo docente deve agire in una condizione di continuo degrado, svilito nel proprio ruolo, ostacolato nella possibilità di rinnovare e di rinnovarsi.
Avevamo proprio bisogno di un certificato di antipedofilia, quindi possiamo tirare tutti un sospiro di sollievo. Chiunque avrà un atteggiamento equivoco e morboso nei confronti di un bambino sarà allontanato e punito come si deve. Ma con questo non andremo ad incentivare ulteriormente le nostre paure? E non ci sarà il rischio di far percepire situazioni scabrose anche quando non vi sono?
Non nego che vi siano pericoli, ma non in misura così elevata come si vorrebbe far credere, solo perché il tam tam del dolore pone l’accento ad ogni sorta di disgrazia, suscitando quelle paure che giustificano la repressione della libertà individuale. L’etimo di pedofilia ci parla di affetto verso il bambino, ma chi a questo punto si avvicinerebbe a loro con naturalezza, avendo il timore di essere scambiati per pedofili? Ne staremo alla larga, ed ogni dimostrazione di affetto negata, per il timore di essere giudicati. Vi sembra il giusto modo di trattare i bambini? Per me no!
Le attenzioni morbose per i bambini non mancano di certo. Vogliamo parlare della televisione e di tutto quello che propone a sfondo sessuale, che i bambini assorbono come spugne? Vogliamo parlare dei ruoli che vengono dati ai bambini nelle fiction, sempre più adulti ed ammiccanti? Per non parlare della pubblicità e dei vari momenti canori della televisione, dove i bambini cantano canzoni certamente non adatte a loro, ma a figure adulte. Tutto questo va bene, non è necessario alcun certificato, e ogni comportamento morboso tendente a svilirne la dignità è ok.
Mi sovvengono i racconti di chi ha a che fare con i bambini all’asilo o alle elementari, constatando difficoltà sempre più grandi, nel vederli arrivare a scuola già stressati ed impauriti. Un gesto d’affetto nei loro confronti potrebbe suscitare equivoci pericolosi, meglio tenerli lontani, così da reprimere le loro emozioni, potendo immaginare come diverranno una volta adulti.
Vi invito a riflettere, perché decisioni di questo tipo hanno sempre un’aura di giustizia sulla quale si pone l’attenzione, ma tendono a celare le reali motivazioni, alimentando sospetti che inibiscono la nostra umanità.