4798gi4bI bambini sono sottoposti a tante angherie e privati della loro infanzia, basti pensare ai bambini soldato o a tutti coloro che sono sfruttati in attività lavorative. Siamo portati a pensare che ciò avvenga solamente in luoghi lontani e poveri, in un mondo che deve essere ancora “civilizzato”, tanto da far insorgere la presunzione che si debba “insegnare” loro le basilari regole di convivenza.

Invece, come riportato dal Fatto Quotidiano, avviene negli Stati Uniti uno scenario probabilmente ignoto a molti americani, e certamente al resto del mondo. Parliamo di un rapporto pubblicato da Human Rights Watch che ha per titolo “I bambini nascosti del tabacco”, storie che colpiscono allo stomaco e che ci parlano di un mondo molto prossimo alla schiavitù.

Questi bambini giungono nelle piantagioni di tabacco con le loro famiglie, situate in Nord Carolina, Kentucky, Tennessee e Virginia, e hanno dai 7 ai 17 anni. Essi lavorano alla stregua dei loro genitori, per un compenso di 150 dollari al giorno, ma che non prevede limiti di orario.

La cifra è allettante, soprattutto se sei nella miseria e devi sfruttare al massimo questo periodo stagionale legato alla coltivazione del tabacco, ma il lavoro è veramente inumano, visto che bisogna stare piegati a raccogliere tabacco ripulendone le foglie con le dita, con la sensazione di avere continuamente una sigaretta nell’angolo della bocca.

Gli Stati Uniti hanno vietato le sigarette ai minori, peccato che li facciano lavorare nelle piantagioni, costretti ad avvelenarsi, inalando continuamente nicotina, anche durante la pausa del pranzo, visto che mangiano seduti in mezzo al tabacco.

Tutto questo dalle 6 del mattino alle 7 di sera, pienamente legalizzato. L’avvelenamento da nicotina, chiamato anche “Green Tobacco Sickness”, si contrae toccando le piante, attraverso la pelle, specialmente quando queste sono umide.

Senza contare i carichi pesanti e i macchinari pericolosi e taglienti. I bambini raccontano, con serenità agghiacciante, che le macchine che spargono pesticidi sui campi spesso li colpiscono durante il lavoro facendo venire a contatto la loro pelle e il veleno tossico. Molti dei veleni utilizzati come diserbante sono delle neurotossine che agiscono sul sistema nervoso. Gli effetti di lungo periodo di tutto questo sono l’insorgere del cancro, problemi di apprendimento e concentrazione.

Le aziende produttrici di sigarette si sono guardate bene di impedire l’utilizzo di manodopera infantile nelle fattorie. Inoltre le multinazionali cancerogene del tabacco sono senza scrupolo, trovando un valido appoggio da parte dei repubblicani, i quali con una opposizione compatta, hanno posto un veto ad una regolamentazione proposta dall’amministrazione Obama.

C’è sempre da stupirsi quando si tratta del genere umano, capace di gesti nobili ed elevatissimi, ma ancora in grado di devastare territori e coscienze. Che futuro possono avere questi bambini, i quali rimarranno segnati per tutta la vita, e quali pensieri può fare un genitore nell’avvallare questa scelta? Ma soprattutto come può una società “civile” consentire questo, famosa per esportare la sua democrazia… forse ne ha esportata troppa e non ne deve essere rimasta molta in casa propria.

Questi sono crimini verso l’umanità ed in modo particolare a scapito della fascia più debole, rappresentata dai bambini, il nostro futuro che concorriamo ad intossicare in ogni modo. Stupisce sempre come gli esseri umani sfruttino i loro fratelli, ma quanto sono ancora malvagi se il proprio “benessere” deve essere conquistato schiavizzando l’altro.

Quanti militari americani abbiamo visto accanto ai bambini dei Paesi che avevano “liberato”, fieri della loro presenza che avrebbe portato benessere e prosperità… ma se ne stessero a casa e facessero un giro nelle loro piantagioni di tabacco, magari portando un po’ della tanto decantata democrazia… perché prima di cambiare il mondo, bisogna cambiare il proprio.