“Biologico? Ah! Ah! Biologico non cresce niente!”. Quante volte mi sono sentita dire questa frase, mi hanno risposto così in diversi negozi quando ho chiesto al commerciante se avesse prodotti biologici, magari locali. Ed anche diversi contadini quando ho chiesto loro se facessero agricoltura biologica mi hanno risposto sghignazzando la stessa identica frase. E pensare che fino a circa 70 anni fa l’agricoltura era biologica nella sua totalità e le campagne erano fiorenti ricche di frutti, raccolti e piene di vita. Nel 900, con l’introduzione delle macchine, l’agricoltura stava andando incontro ad una fioritura incredibile, invece no, è partita una campagna a livello mondiale, la così detta Rivoluzione Verde che ha introdotto pesticidi, diserbanti, concimi chimici, semi ibridi, monocultura, e negli anni ‘90 anche i semi OGM in molte parti del mondo.

Oggi è riconosciuto ufficialmente che queste pratiche hanno portato un progressivo impoverimento dei terreni, e alla distruzione degli ecosistemi, processi che conducono poi alla siccità e alla desertificazione come è già successo in vaste aree del pianeta. I prodotti di questo tipo di agricoltura sono di scarsa qualità dal punto di vista nutrizionale e contengono residui chimici dannosi per la salute umana. Quasi la totalità del mercato agrochimico oggi è in mano a 4 multinazionali (Bayer-Monsanto, DowChemical-Dupont, Syngenta-ChemChina, Basf) e i coltivatori convenzionali di tutto il mondo devono comprare da loro semi, concimi, e prodotti fitosanitari. E così la produzione alimentare mondiale dipende da 4 multinazionali (1), un potere enorme in mano a pochi. Ma bravi i nostri 4 mercanti! In meno di 60 anni hanno distrutto una cultura contadina millenaria, tanto che la maggior parte degli agricoltori non ne ha nemmeno più memoria, una cultura che aveva condotto una terra rigogliosa fino agli inizi del ‘900.

Queste 4 potenti multinazionali l’hanno sostituita a suon di slogan con una cultura di sfruttamento della terra che non può fare a meno dei loro prodotti agrochimici. È chiaro che se mi metto a fare agricoltura biologica di punto in bianco su di un terreno che è stato sfruttato per decenni con agricoltura intensiva, non cresce niente o quasi, prima devo recuperare l’equilibrio del terreno che è stato distrutto. I metodi di recupero sono tanti e ci sono associazioni, ed esperti, che offrono supporto un po’ in tutta Italia. Ma per fortuna i contadini biologici esistono e l’agricoltura biologica è in espansione non solo in Italia, ma in diverse parti del mondo. Questi contadini sono dei veri eroi del nostro tempo, perché nonostante le difficoltà di ogni genere, da quelle burocratiche a quelle della filiera di vendita che non esiste, portano avanti metodi di coltivazione ecocompatibili, per loro è fondamentale il rispetto della vita a partire dal loro campo fino alla tavola del consumatore. (2)

L’Italia addirittura è il primo esportatore a livello europeo di prodotti biologici, e noi invece nei negozi e nei supermercati ci ritroviamo il pomodoro cinese o il peperone spagnolo che sembrano di plastica e non hanno nessun sapore! Altro che biologico! È chiaro che il nostro sistema di distribuzione è malato e tutto da rifare, ma nel frattempo che ci arriviamo, cerchiamo nei dintorni e troveremo sicuramente qualche contadino che produce biologico, oppure un negozietto serio che vende questi prodotti sani, naturali e magari locali, oppure un mercato contadino, oppure possiamo contattare un G.A.S.; in questo modo sosteniamo un’agricoltura che rispetta l’ambiente, sosteniamo una rete di distribuzione diversa da quella dominante che ci viene propinata, e togliamo proventi ad un’agricoltura che sta distruggendo la terra a forza di veleni e concimi chimici. Oggi la richiesta di prodotti biologi è in aumento, sempre più persone si rendono conto della necessita di nutrirsi di cibi più sani, tanto e vero che il biologico sta diventando un business, e quando un piatto si fa ricco sono in agguato le truffe, come si può vedere dall’inchiesta della trasmissione televisiva Report (3) ove si parla di due grosse truffe ai danni della pasta e dell’olio biologici.

Nelle pubblicità sui media tutti sbandierano prodotti sani e naturali, ma la cosa non è possibile, semplicemente perché l’agricoltura biologica anche se in aumento, è pur sempre una piccola percentuale del totale: si parla del 1% a livello mondiale, nella UE del 6,4%, in Italia 12.3% sulla superficie totale coltivata. (4)

Ma non dobbiamo farci scoraggiare, dobbiamo diventare consumatori molto attenti, ed essere sicuri della qualità di ciò che compriamo, il modo migliore è conoscere il produttore, o conoscere il negoziante, per capire se meritano la nostra fiducia, per me non è sufficiente un marchio per dire che un prodotto è biologico. In questo modo sicuramente ci vuole un po’ più di tempo e qualche soldino in più per fare la spesa, che non a riempire un carrello al supermercato, ma la posta in gioco è molto alta: la nostra salute e la vita del pianeta, forse ne vale la pena. Con gli acquisti che facciamo ogni giorno noi cittadini abbiamo un grande potere nell’influenzare l’ambiente in cui viviamo, usiamolo!

Fonti:
(1) MilanoFinanza.it – Coldiretti: un pugno di multinazionali controlla filiera alimentare mondiale
(2) SemiRurali.net – Associazioni di coltivatori biologici
(3) Video Inchiesta – La filiera del falso bio – Report
(4) ReteRurale.it – Bioreport 2016, Agricoltura biologica in Italia

Fonte Immagine: Bioreport 2016 – PDF – Pag. 32