Ci stiamo abituando ad avere sulla testa un cielo “diversamente normale”: bianco/grigio, piuttosto che blu/azzurro con delle strisce al posto di quelle belle nuvole bianche, spumeggianti e pannose che non si vedono assolutamente più. E’ come se il cielo avesse indossato da qualche anno un brutto pigiama rigato, da carcerato, che viene ulteriormente sfregiato da brutte macchie più o meno scure, di varie forme e dimensioni: ora tutte ondulate, ora grosse, sgraziate, minacciose, ora a mo’ di anelli perfettamente circolari, ora simili a gocce pendenti che pare si stacchino dal cielo e ti debbano piombare in testa tutte intere. Un orrore!!
Cosa facciamo di fronte a questo scempio?
Appena abbiamo un attimo di tempo corriamo su internet e leggiamo di tutto e di più, spesso anche di troppo, volutamente postato per continuare a confonderci e frastornarci: un ceffone al giorno può essere spiacevole, ma forse si riesce a parare, ma molti schiaffoni ogni momento della giornata sono decisamente impossibili da superare. E a noi, sotto questo orribile cielo, sta succedendo proprio questo: tanti, tanti, ma tanti schiaffoni! Da ogni lato, in tutti gli ambiti siamo presi a schiaffi in faccia e calci in culo.
Come reagiamo a tutte queste botte da orbi?
Ci distraiamo a più non posso: accendiamo la TV, riempiamo ristoranti, palestre, stadio e discoteche, continuiamo a percorrere autostrade, infiliamo le cuffie nelle orecchie e, legati al telefonino, parliamo e riparliamo anche di aria fritta, ma siamo occupati, continuamente indaffarati e occupati a fare e dire e pensare a tutto, tranne che a noi stessi.
Siamo già una umanità diversamente normale.
Un tempo, solo qualche anno fa, se qualcuno ci prendeva a schiaffi lo capivamo, ce ne rendevamo almeno conto, ed eravamo in grado di ristabilire un equilibrio in un modo o nell’altro: chi reagiva sulla stessa lunghezza d’onda, chi sapeva rispondere con altri mezzi, di sicuro però non vincevano l’indifferenza o la negazione.
Siamo diversamente normali pur conoscendo i problemi che ci riguardano.
Non è nemmeno più un problema di conoscenza: anche se sappiamo e abbiamo capito tutto, bè non abbiamo tempo, non ci interessa più di tanto, non ci crediamo, non abbiamo l’energia per prenderci cura di noi stessi e della nostra vita quotidiana, figuriamoci di quella futura, figuriamoci dei nostri figli! Abbiamo spento dentro di noi la speranza, la verità, l’immaginazione, la bellezza, la volontà…in una parola stiamo spegnendo progressivamente la Vita. Ci rimane ancora l’illusione, ultimo baluardo, duro a morire! Ognuno di noi rimane aggrappato alla propria illusione e vede solo quella e le illusioni spaziano dal materiale allo spirituale. Tutto funziona, tranne la responsabilità di prendere in mano la sorte di se stessi e del pianeta; tutto può essere inseguito, tranne la semplicità di alzarsi concretamente in piedi e guardare che cosa offre la vita per non continuare ad essere schiaffeggiati.
C’è un convegno sulle scie chimiche all’ Aquila! Chiedono adesione e sostegno!
Lo so, sono anche contro le scie…ma… una caterva di pensieri contrari a questa iniziativa in particolare, una montagna di emozioni contrarie a quelle persone in particolare, una vera e propria inibizione fisica, dita anchilosate, fretta, accidia stratosferica, male di pancia: tutto mi impone di fregarmene!
Puoi dare un sostegno solo con nome e cognome, semplicemente per fare sapere che ci sei anche tu in questa battaglia!!
Lo so…ma non lo faccio.
L’umanità diversamente normale ha ucciso anche la generosità.
A questo servivano le scie, questo era ed è lo scopo delle scie: missione compiuta.