finger-769300_640L’Economist ha calcolato che nei 140 milioni ore che l’umanità ha passato guardando 2 miliardi di volte il video di Gangnam Style si sarebbero costruite altre quattro piramidi di Giza. Risulta chiaro quanto l’essere umano sia sempre più risucchiato da una realtà virtuale nella quale perdersi facendo cose insignificanti e inutili, tanto per nutrire la propria frustrazione nei confronti di una vita che non ci aiuta nel coltivare le nostre illusioni, rimandandoci costantemente all’oggi.

La realtà è sempre più virtuale, e dell’oggi se ne frega altamente, “sparandoci” continuamente tra il passato e il futuro, rendendoci incapaci di rimanere aderenti al presente, sempre più percepito come minaccia perché ci rimanda alle nostre responsabilità. La mente, che dovrebbe essere uno strumento di cui avere cura, viene continuamente depredata delle sue capacità intellettive, così da essere incapace di discriminare, venendo colta da un intontimento anestetizzante.

L’università di Oxford, in un convegno l’anno scorso, ha riesumato la storia di Sant’Espedito, il martire che sulla croce riporta la scritta “Oggi” perché si ribellò ad un corvo che lo invitava a convertirsi solo domani. La parola espedito ci rimanda al significato di libero, e quanto ne abbiamo bisogno di libertà in questo mondo dove vengono nutriti gli istinti più bassi della vita? Ne serve veramente tanta, perché siamo stimolati nel mantenere ciò che ostacola tra pensiero e azione, e ce ne vuole molta di forza per non rimanere sospesi fra queste due realtà.

Un bell’esempio è rappresentato da internet, la rete nella quale è facile perdersi, capace di fagocitare ore su ore del nostro prezioso tempo, che potrebbero essere utilizzate con maggiore costrutto. Meglio coltivare la nostra umanità… magari mettendo un bel post-it al frigorifero che ci ricordi di nutrire l’Oggi.

Fonte: la Repubblica – articolo di Elena Dusi pubblicato il 10 Luglio 2015