Mi rivolgo a Virginia Della Sala che mi ha tirata in ballo in quell’articolo di pessimo gusto che ha scritto sul Convegno dell’Aquila, una bella pagina di storia a cui sono fiera di avere potuto dare il mio contributo.
E mi rivolgo soprattutto al direttore del Fatto Quotidiano che ospita articoli di così basso livello: se stessimo parlando di bruscolini, potreste scrivere tutte le più stupide cretinate, che non perderemmo tempo a rispondervi, ma ho parlato di “disastri ambientali” all’ Aquila una magnifica città dilaniata dal primo di una lunga serie di disastri che la “natura matrigna” ha deciso di scatenare sull’ Italia, secondo voi, concentrandoli tutti, i più distruttivi, dal 2009 ad oggi: Aquila- Modena-Mirandola- S.Felice- Pianura Padana – Rieti- Perugia- Tolentino-Val Nerina- Norcia.
Ho detto che siamo diventati “produttori di disastri nazionali” di cui faremmo volentieri a meno, sapendo che il vivere in modo più felice sarebbe più che possibile, basterebbe che le istituzioni sapessero scegliere il rispetto della vita e facessero rispettare questa scelta piuttosto che il rispetto del proprio portafoglio o del proprio poterino, poteruncolo o di qualunque altro tipo di potere che sia.
Dicevo, e la Virginia Della Sala non ha capito nulla impegnata come era a controllare la fila ai bagni, che dal 2000 ad oggi, i terremoti di magnitudo superiore al 4°, rispetto al ventennio precedente, si sono più che quintuplicati sia in frequenza (da 25 a 165) che in intensità, arrivando a superare il 6° di Magnitudo sette volte dal 2009 a oggi.
Dicevo anche che per rendersi conto dell’elevata produttività in campo di disastri si può osservare quello che ha prodotto in Italia la pioggia in due anni:
2014/2015
331 FRANE
105 INONDAZIONI
Un vero primato da guinness!
Di fronte a FATTI concreti di questa portata si dà il caso che l’avere ascoltato, letto, studiato e capito discorsi riguardanti questa realtà mi ritornano in mente e non riuscendomi fare finta di niente, mi mettono le ali ai piedi e se la vita mi fa incontrare persone meravigliose e forti, orientate al bene comune, così come ho incontrato nell’ organizzazione del Convegno dell’Aquila, sono ben felice di poter raccontare quello che, studiando, ho scoperto e che so.
A Firenze qualche anno fa, ho ascoltato tre conferenze del Generale Fabio Mini, capo di Stato Maggiore della Nato, oggi in quiescenza. Lo abbiamo ascoltato in molti ma non c’erano Travaglio, né naturalmente la Della Sala, né nessun altro pennivendolo, perché era chiaro che ne sarebbero seguiti dei “pezzi” giornalistici invenduti: non si va contro la NATO! Non conviene!
Dal libro “La guerra spiegata a” del Generale Mini pag 127
“La guerra ambientale è definita quale “ intenzionale modificazione di un sistema ecologico naturale (come il clima, i fenomeni meteorologici, gli equilibri dell’atmosfera, della ionosfera, della magnetosfera, le piattaforme tettoniche…) allo scopo di causare distruzioni fisiche, economiche e psicosociali nei riguardi di un determinato obiettivo geofisico o una particolare popolazione”
Questo tipo di guerra si può avvalere di tutte le forme tradizionali di lotta armata, ma si concentra soprattutto sulle nuove tecnologie e sul ricorso alla guerra psicologica e dell’informazione nelle loro forme d’inganno e di denial: la negazione delle informazioni, dei servizi, delle conoscenze, degli accessi alle tecnologie e agli strumenti di difesa e tutela.”
…pag 129 “… Altri stanno pensando intensamente e seriamente al controllo climatico come vera e propria arma strategica, all’innesco intenzionale di terremoti e tsunami o all’alterazione della ionosfera per migliorare le trasmissioni di dati o d’impulsi elettronici sui quali si basano alcune nuove armi. E’ guerra, ma come ogni altra forma di guerra, lo sfruttamento dell’ambiente è anche un grande business.”
E nelle conferenze lo ricordo che spiegava la trasformazione del concetto di guerra avvenuta in questi ultimi settant’anni :
“oggi le guerre di ultima generazione sono guerre senza limiti e guerre per bande. Non essendoci più soltanto fini di sicurezza e non soltanto attori statuali, siamo nelle mani di “bande” con fini propri e senza alcuno scrupolo se non quello verso la propria prosperità a danno di quella altrui. Le bande si muovono senza limiti di confini e di mezzi, senza rispetto, solo all’insegna del profitto. Tendono ad eludere il diritto internazionale e la legalità, tendono a piegare gli stessi Stati ai loro interessi e a controllarne la politica e le armi.”
Il generale Mini non è l’unico che parla della tecnologia militare e della sottomissione del potere politico, non è l’unico intellettuale che avverte la società di quello che sta avvenendo.
Rosalie Bertell una importante scienziata americana, nove lauree honoris causa, scrive Il libro “Pianeta Terra l’ultima arma da guerra” mettendo in guardia la società dall’ eccessiva fiducia riposta negli eserciti, che disseminano il pianeta di radioattività durante tutte le loro manovre, anche durante gli spostamenti o le esercitazioni e che hanno sviluppato una tecnologia altamente pericolosa per la sopravvivenza dello stesso Pianeta.
“Appare chiaro che si può “pilotare” la corrente a getto, definendo la linea di demarcazione fra aria calda e fredda nelle regioni geografiche; o manipolare le grandi correnti di vapore che spostano la pioggia dai tropici alle zone temperate, causando siccità o inondazioni. Gli episodi naturali di instabilità come monsoni, uragani, tornado ecc.. nell’ atmosfera possono essere accentuati aggiungendo energia. L’iniezione di petrolio nelle placche tettoniche, o la creazione di vibrazioni artificiali con impulsi elettromagnetici può causare terremoti.”
La Bertell sostiene che sono state le esplosioni nucleari nell’ alta atmosfera dal dopo guerra ad oggi a causare il cambiamento climatico:
“ Oggi questi geo-guerrafondai stanno cercando di ottenere l’approvazione dell’opinione pubblica e si propongono come “eroi del cambiamento climatico” attraverso gli interventi della geoingegneria. Falsificano le cause del cambiamento climatico e sperano di continuare la devastazione che hanno prodotto, spacciando la geoingegneria come “ soluzione al problema del cambiamento climatico”.
Io credo che una lettura, anche solo parziale, di quello che dicono e scrivono militari e scienziati di questo calibro faccia capire che è abbastanza intollerabile, sentire dei giornalisti (parola grossa, si fa per dire) che su questi discorsi sono in grado di fare soltanto correlazioni volgari e di una stupidità che offende l’intelligenza di tutto il genere umano. Così come è sinceramente intollerabile subire questi effetti distruttivi, vedere distruggere e rovinare l’Italia e leggere una stampa che inganna, che con l’indifferenza e il silenzio coopera e tradisce; una stampa che, fingendo stupore, meraviglia, allarmismo, di fatto confonde l’opinione pubblica e mente, con la deliberata scelta di voler mentire. Stampa indegna, servile, incivile.