220px-Amaranthus_palmeriL’amaranthus palmeri è una specie commestibile in grado di misurare oltre due metri e capace di crescere circa sei centimetri al giorno. Le foglie, gli steli e i semi di Palmer amaranto, come quelli di altri amaranti, sono commestibili e altamente nutrienti. Come riportato da wikipedia questo prodotto era una volta ampiamente coltivato e consumato dai nativi americani, i quali ne sfruttavano i semi abbondanti, mangiandolo anche come verdura cotta o secca.

La grande prolificità dell’amaranthus palmeri mette in “pericolo” l’opera dell’uomo, il quale non trova di meglio che cercaree di orientare la natura a proprio uso e consumo, incurante degli effetti nocivi che è in grado di procurare. Quindi che cosa fa? Visto che la distruzione di queste erbe con mezzi meccanici è alquanto difficile, non trova di meglio che utilizzare l’erbicida più usato al mondo, il famoso glifosato che troviamo commercializzato nel celebre Roundup della Monsanto.

L’essere umano è veramente “intelligente” visto che si diletta nel comportarsi da apprendista stregone, talmente ignorante da non rendersi conto che in questo modo rafforza ciò che vorrebbe distruggere, e questa pianta, che ha messo ormai le radici in 23 stati degli USA, è divenuta sempre più immune da questa sostanza… quindi che cosa trova di meglio da fare? Naturalmente aumentare le dosi alimentando colture transgeniche.

La rivista Nature ci dice che queste piante nel 2012, hanno infestato 25 milioni di ettari di terre coltivate negli Stati Uniti, piante che sono apparse anche in altri paesi che hanno adottato prodotti contenenti glifosato, come l’Australia, il Brasile e l’Argentina. Naturalmente al momento della commercializzazione di questo erbicida, era stato comunicato che era molto improbabile che le piante potessero adattarsi a questo veleno.

Ma guarda te come veniamo a sapere male le cose, visto che l’essere umano continua a credere a queste fandonie. Ogni volta che trova qualcosa che gli resiste imprime maggiore forza, ma in questo modo alimenta il male, ma non è questo l’intento di queste multinazionali chimiche? Ditemi voi, visto che queste industrie del veleno debbono vendere i loro prodotti, non è normale che gli stessi producano il danno? È semplice, e come si direbbe in uno slang modenese è “gnocca”, mentre invece l’essere umano si dimostra, sempre in dialetto modenese, “gnucco”.

Ma tranquilli il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha già la soluzione avendo autorizzato l’utilizzo di un nuovo prodotto contenente la molecola 2,4-D sintetizzata nel 1940 e utilizzata come defoliante dall’esercito americano in Vietnam all’interno di una miscela meglio nota come agente arancio. Peccato che sia ancora più pericolosa del glifosato, e che in Francia sia classificato come reale o potenziale distruttore del sistema endocrino.

Secondo me i nativi americani erano più svegli, avendo maturato un legame con la natura certamente più consapevole. Averne rispetto era la base, d’altra parte solo dei coglioni cercano di assoggettarla alla propria avidità.

Continuiamo pure così a farci del male, visto che siamo disposti ad avvelenare sempre più pur di avere i raccolti desiderati, poco importa se il nostro DNA verrà modificato attraverso l’ingestione di queste sostanze.

Non va più bene rimanere umani? Rimanere aderenti alla nostra vera natura come parte di una vita una risulta troppo limitante? Nessuno può impedire il progresso ci dicono… beh se questo è il progresso non ci sono, visto che non credo che questa tecnica avvelenatrice curerà la fame nel mondo, anzi curerà solo l’ingordigia disumana di questi gruppi di morte che per troppa ignoranza continuiamo ad avvallare.

Per approfondire l’argomento vi rimando all’articolo del quotidiano online Le Monde http://www.lemonde.fr/acces-restreint/planete/article/2014/07/05/6d696797666a70c5946a656a64986b_4451358_3244.html