Lo scorso 5 novembre 2015 il Brasile è stato colpito da una tragedia ambientale senza precedenti: gli argini di due dighe trasportanti liquidi di scarto industriale altamente tossici hanno ceduto, riversando nel Rio Doce 60 milioni di metri cubi di sostanze inquinanti. Il bilancio è stato di 11 morti, 15 dispersi, 600 sfollati, 250.000 persone senza acqua potabile. La biodiversità del fiume è andata completamente distrutta e diverse specie estinte. Preoccupante è inoltre l’impatto che questa disastro sta avendo sull’ecosistema dell’Oceano Atlantico. La Samarco è stata obbligata a pagare 250 milioni di dollari al governo brasiliano, ma le stime per la pulizia riportano un danno di 27 miliardi di dollari.Il motivo di tutto questo: il continuo aumento della produzione.
In Malesia, nella città di Kuantan, l’estrazione della bauxite per la produzione dell’alluminio, ha determinato una nuova catastrofe ambientale, rendendo invivibile la zona: l’aria, l’acqua e la terra sono impregnate di polvere rossa, impossibile respirare, impossibile utilizzare l’acqua e coltivare la terra, resa sterile da questo agente inquinante. La bauxite è infatti ricca di particelle di alluminio e silice, dannose sia per la natura sia per la salute di chi la lavora. Il governo sta correndo ai ripari, ma il danno è fatto e i prossimi anni saranno marchiati senza possibilità di rimedio.Il motivo: la forte domanda di bauxite proveniente dalla Cina ha trovato risposta in Malesia che è passata dall’estrazione di 162mila tonnellate di minerale del 2013 ai quasi 20 milioni del 2015.
Queste recenti catastrofi si aggiungono alle ferite che la nostra Terra ha ancora aperte, come ad esempio:
“Conosciuta anche come Settimo continente o Continente di plastica, è un immenso accumulo di rifiuti, situato nel Pacifico settentrionale. La sua estensione non è stata ancora calcolata con precisione. La previsione più ottimista parla di un’area grande come la Penisola iberica, mentre la più pessimista sostiene che sia più grande degli Stati Uniti. Si calcola che in questa area siano presenti oltre 100 milioni di tonnellate di rifiuti. I rifiuti si sono accumulati a partire dagli anni 50; la corrente oceanica crea un movimento a spirale, che finisce per risucchiare l’immondizia. La maggior parte di questi rifiuti non sono biodegradabili e il danno causato è attualmente incalcolabile.”
I disastri ambientali, così come vengono chiamati hanno conseguenze permanenti nel tempo, ma la causa che sta a monte è l’ignoranza umana.
Guerre generate dall’odio, produzioni industriali e tecnologiche generate dall’avidità…la lista è davvero lunga.
E non bisogna far finta di non sapere. Ricordiamoci che tra il 1961 e il 1971, gli americani, incapaci di combattere nella giungla vietnamita, irrorano la zona con un potente diserbante, prodotto dalla Monsanto, noto come “Agente Arancio”. Il Vietnam fu la prima guerra chimica della storia. Ancora oggi, a distanza di più di quarant’anni, gli effetti dell’agente arancio sono attivi: malformazioni e sterilità degli uomini e della terra. La Monsanto tutt’oggi produce diserbanti e cosa ancora più grave li immette liberamente sul mercato, il più noto è il Round up a base di glifosato che produce gravissime malattie, e che ce lo troviamo ai bordi delle strade dei nostri centri abitati…non solo all’altro capo del mondo!
E ancora.“Nel 1984, nella cittadina indiana di Bhopal, si verifico’ una fuoriuscita di 40 tonnellate di isocianato di metile, una sostanza altamente tossica, proveniente dallo stabilimento della Union Carbide India Limited (UCIL). La nube uccise in poco tempo oltre 2000 persone. Il governo ha riconosciuto oltre 3000 vittime dirette dell’incidente, anche se altre stime parlano di oltre 15000 morti. In totale il numero delle persone colpite da malattie derivate da questo incidente superano il mezzo milione. Nel 2010 il tribunale ha emesso una sentenza di condanna a due anni di carcere e una multa di 2000 euro, contro otto dirigenti indiani della UCIL, che sono stati scarcerati dietro una cauzione di 500 euro. I condannati hanno presentato appello.”
E poi Cernobyl, Guyu o “il cimitero elettronico”, l’amianto, il MUOS, gli inceneritori, tanto voluti dal governo italiano e tanto dannosi… le scie chimiche che irrorano di metalli pesanti, come il bario e l’alluminio, l’aria che respiriamo e che entra in circolo nel nostro organismo, sedimentandosi in noi e nel terreno, e compromettendo l’agricoltura… e che vengono taciute da tutti i governi del mondo, conniventi.
Tutti sono disastri ambientali, tutti sono crimini verso l’umanità e il nostro Pianeta.
Per quanto tempo la Terra potrà ancora sostenere le conseguenza di queste scellerate e criminali azioni umane?
E noi, non siamo stanchi di così tanta sofferenza?
La mobilitazione di tante persone che stanno affrontando sulla loro pelle la battaglia più importante, quella per la difesa della salute, dimostra che l’uomo è ancora capace di riconoscere ciò che è bene e a sostegno della vita.
Dobbiamo crederci e fare sempre di più.