Il fatto. La notizia già ampiamente riportata dai maggiori quotidiani e social network è che ieri sono arrivate a Roma duecento persone tra sindaci,il governatore della regione Puglia Michele Emiliano, attivisti e cittadini, tra cui l’oncologo Giuseppe Serravezza che per 12 giorni ha fatto lo sciopero della fame e della sete, per far sentire il loro accorato appello per bloccare la costruzione del gasdotto Trans Adriatic Pipeline più conosciuto sotto il nome di TAP.
Il governatore Emiliano ha dichiarato che “in Salento si sta facendo uno sforzo pazzesco per attirare turisti, sarebbe pazzesco se la presenza di questo impianto compromettesse un lavoro che dura da anni” e decine di persone lo hanno ribadito in piazza Montecitorio con slogan e striscioni, piazzati accanto a una quarantina di fasce tricolori indossate da altrettanti amministratori della provincia di Lecce.
Noi tre. Come la celebre canzone “tre briganti e tre somari….. solo tre” noi, tre Rippine romane, tra lo sciopero dei mezzi pubblici, il traffico metropolitano che in questi casi si triplica producendo caos allo stato puro etc.etc. siamo finalmente approdate con un semplice cartellone in puro stile ta tze bao in quel di Piazza Montecitorio nel momento in cui si stava già svolgendo all’interno di Palazzo Chigi l’incontro tra la delegazione capeggiata dal Sindaco di Melendugno Marco Potì che ha formalizzato la richiesta (anticipata dalla lettera di 94 sindaci inviata a fine aprile) di aprire un tavolo di confronto politico sull’opportunità di costruire il gasdotto a Melendugno e i funzionari del governo.
In piazza si respirava aria di pausa e così durante l’attesa dell’esito di questo incontro abbiamo iniziato a parlare con le persone presentando la nostra associazione e motivando la nostra presenza a sostegno e solidarietà per il dott. Serravezza e tutta la popolazione del Salento che sta vivendo un’altra pesante pagina della sua storia.
L’accoglienza propria della gente del sud che ancora fortunatamente conserva una grande dignità e umanità è stata commovente perchè ci hanno subito applaudito “semplicemente ” per il fatto che ci fosse qualcuno a condividere la loro causa. Poi abbiamo incontrato l’oncologo Giuseppe Serravezza che, nonostante il suo cagionevole stato di salute, si è reso immediatamente disponibile a parlare con noi spiegandoci la sua immane preoccupazione rispetto alla TAP e fornendoci dati allarmanti sull’aumento esponenziale di casi di tumore per i disastri ambientali causati dalla tristemente nota ILVA e dalla Centrale Termoelettrica a carbone di Cerano in provincia di Brindisi. I dati, infatti, parlano chiaro: la Puglia è la regione italiana che detiene il primato con il tasso del 90% di presenza di diossina nell’aria mentre per quanto riguarda le emissioni di anidride carbonica la percentuale è del 75% e questi numeri non hanno bisogno di commenti.
Questa gente è stanca di essere sempre nel mirino di uno stato fantasma quando si tratta di tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente, ma al contrario mettendole fortemente a repentaglio con scelte denominate “opere strategiche” che puzzano lontano un miglio di profitto e corruzione. Il problema della TAP non riguarda solo l’Italia ma anche la Grecia e l’Albania di cui poco sappiamo di cosa ne pensano le popolazioni coinvolte perché le notizie sono spesso occultate a significare che stiamo vivendo una vera e propria dittatura silenziosa.
Ma la gente del Salento ha un legame d’amore profondo e molto antico con questa terra e per questo è determinata ad andare fino in fondo per salvarla, senza mai mollare, anche a costo di sacrificare la propria vita se necessario e il dott. Serravezza con il suo sciopero della fame e della sete per dodici giorni consecutivi ci ha mostrato un bellissimo esempio di quel “rialzare la testa per riprenderci la nostra Vita anche a costo di morire” che in questo periodo non va molto di moda, si perché è proprio di questi esempi che abbiamo bisogno per risvegliare le nostre coscienze in stand-by e far si che la nostra Madre Terra torni ai suoi antichi splendori invece di essere continuamente martoriata da scelte dettate dall’idiozia umana.
Il dottor Serravezza, inoltre, è anche il Presidente della LILT ( Lega Italiana Lotta al Tumore presente su tutto il territorio) e a questo proposito voglio dire che mi ha colpito profondamente oltre alla presenza della sua famiglia, quella di alcune collaboratrici e volontarie di questa associazione che erano lì a prendersi cura di lui, data la delicatezza del suo stato di salute, con grande amorevolezza, senza mai essere invadenti e infatti ad un certo
punto lo abbiamo visto mangiare come primo pasto post digiuno una frisella con il pomodoro preparata da una di loro.
Il suo gesto ha coronato il termine di questa lunga giornata perché, quando finalmente il Sindaco di Melendugno è uscito da Palazzo Chigi ed ha riferito sull’esito del colloquio avuto con i funzionari del governo, il dott. Serravezza ha dichiarato pubblicamente di voler interrompere il digiuno perché i suoi pazienti sono troppo importanti e che lui stesso è più importante ed utile da vivo. A questo punto si è levata una grande ovazione ed è partito il segnale per il ritorno a casa.
Un ultimo saluto e poi le tre briganti rippine hanno lasciato la piazza per immergersi nuovamente nel ritmo frenetico della metropoli. Siamo partite in tre, tre briganti e tre somari solo tre…..ma dopo questa bellissima e molto umana esperienza i nostri cuori erano diventati trecento o poco più e tutti saldamente uniti per un unico obiettivo: il rispetto della Vita.