patto-stabilitaI piazzisti in politica non sono mai mancati, fa parte della loro natura più intima cercare di venderti i loro prodotti, promettendoti cose che non possono mantenere, ma soprattutto non vogliono, a causa degli accordi presi con i loro datori di lavoro che non sono certo i cittadini, i quali, sempre meno, credono ancora di avere voce in capitolo nella scelta di coloro che dovrebbero fare gli interessi della collettività.

Matteo Renzi non è certamente da meno, visto come si muove perfettamente a suo agio in questo contesto, facilitato dalla matrice berlusconiana da cui è stato generato, prosegue nell’opera intrapresa dal suo illustre predecessore, continuando a promettere, tanto non gli costa niente. Purtroppo per noi, ci rendiamo conto sempre di più degli effetti che produce il suo essere imbonitore, con il suo sguardo sempre più deformato dalle panzane che gli escono in automatico.

La nemesi si sta ormai compiendo, Renzi ha rispolverato il patto con gli italiani e il taglio delle tasse, ben noti cavalli di battaglia dell’ex cavaliere, manca solo che la colpa di tutto questo siano i comunisti e i magistrati, e il quadrilatero dell’arroganza diverrebbe completo. Cosa non farebbe per il potere questo “predestinato”, sempre più imbolsito nelle parole e nell’aspetto, capace di profferire qualsiasi castroneria pur di continuare a “sniffare” il potere che il suo ruolo gli dà.

Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, in una loro sigla televisiva, cantavano beato chi ci crede, noi no non ci crediamo, d’altra parte come si fa ad avere fiducia in Renzi, questo giovane che sta invecchiando molto rapidamente. Ormai, anche Renzi è fagocitato dall’avidità imperante che possiede il potere quando è disgiunto dalla propria anima, un potere che segue logiche separative, perché fa della malattia un punto di forza e di vanto.