E’ stato un grande successo, una testimonianza di grande valore!

Due milioni di persone in piazza non possono essere disattese, ma se non dovessero ottenere la risposta sperata, l’importanza della loro mobilitazione, manterrebbe comunque tutto il suo valore. Questa presenza, questa attenzione, questo assenso o dissenso sono fondamentali nell’ipotesi di una corretta gestione del potere, che dipende dalle forze di governo ma anche da chi viene governato, che ha il dovere della presenza a tutela di sé stesso e della propria storia.

Vedere finalmente la gente comune, il popolo, composto dalle più varie e diversificate tipologie di persone con differenti idee politiche, differenti ruoli sociali, religiosi, ma anche non religiosi, tuttavia riuniti, attivi, presenti, attenti alle scelte che passano sulla propria testa…ecco, così si farebbe davvero la Storia!

La gente informata sa quello che vuole, deve avere il diritto di esprimersi; quando glielo si impedisce o non lo si considera, si elimina il maggiore pilastro della convivenza democratica.

In difesa della famiglia e dei bambini” si leggeva

Qui per amore dei nostri figli”

Una manifestazione quindi, come in molti hanno anche detto, non contro le minoranze, che debbono essere comunque tutelate, ma in difesa della famiglia e dei bambini. Concordo con le richieste: non condivido una famiglia ad personam, né tanto meno dei figli ottenuti a tutti i costi, ma ritengo che questa mobilitazione non possa vantarsi di difendere la famiglia e i bambini. Questa reale difesa rimane una aspirazione per la stragrande maggioranza di tutte quelle persone, che soltanto in questa occasione hanno trovato la forza di alzarsi in piedi e di farsi sentire, mentre quotidianamente si effettuano scelte economiche o politiche che rovinano senza pietà intere fasce sociali, demoliscono territori, scardinano diritti conquistati versando sangue, obbligano all’emigrazione, indignano ma vanno avanti lo stesso senza la minima reazione di nessuno.

Faccio gli ultimi esempi a portata di mano: permettere la trivellazione dell’Adriatico, comprometterne il turismo, inquinare, far correre il rischio di terremoti per favorire qualche multinazionale, non vuole dire andare contro le famiglie e i bambini? Ed eradicare gli ulivi del Salento per vendere l’olio tunisino? O tacere di fronte allo scempio quotidiano delle scie chimiche e lasciare che la popolazione sia esposta e obbligata a respirare metalli pesanti, sviluppando malattie altamente invalidanti, può voler dire “difendere” qualcuno? O minimizzare il pericolo dell’induzione del terremoto tramite la sollecitazione delle faglie tettoniche con l’attività del fraking, come ha fatto l’on. Giovanardi, attivissimo a difendere la famiglia nei giorni del family day, attivissimo a difendere il fraking ( abbiamo le registrazioni) prima del terrificante terremoto del 2012, che ha distrutto migliaia di famiglie e l’intera economia della bassa modenese.

Non c’è attenzione quando scienziati illustri e medici competenti denunciano il pericolo delle vaccinazioni pediatriche; non c’è attenzione per l’alimentazione inquinata da pesticidi che produce migliaia di bambini celiaci.

Non c’è attenzione” che è come dire “ non c’è amore.

Di fronte a questo generale e irresponsabile disfattismo, diventa veramente una presunzione pretendere di essere dei difensori solo per essere intervenuti nei confronti di una legge, una volta e sarebbe invece utile domandarsi il perchè succede tutto questo. Il popolo può non essere al corrente di tutte le aggressioni che in massa opprimono famiglie e bambini oggi, ma gli organizzatori, riconoscendo il ruolo primario dei cattolici, conoscono benissimo quello che succede, però non chiamano a raccolta, non estendono il dibattito al di là di questo ambito.

Forse che anche loro sostengano poi in definitiva che gli interessi debbano prevalere su tutto?

Mi piacerebbe capire. Mi piacerebbe trovare una spiegazione abbastanza accettabile a questa contraddizione. Mi piacerebbe vedere i cattolici realmente impegnati a difendere quegli insegnamenti “ Via – Verità – Vita” che non si conciliano con il silenzio, l’indifferenza, la cecità; quegli insegnamenti che richiedono l’impegno di una scelta vissuta. Mi piacerebbe che famiglie e bambini diventassero davvero il primo obiettivo da salvaguardare, che ogni scelta fosse finalizzata alla loro emancipazione e alla loro felicità.

Ma a che altro dovrebbe servire uno Stato?