Finalmente anche il paese Italia può fregiarsi di un primo posto, per il momento limitato all’Europa, ma questa classe politica possiede mille e più risorse per scalare il mondo e collocarsi davanti a tutte le nazioni di questo pianeta.
Stiamo parlando di corruzione, aspetto nel quale questo paese è una eccellenza, parola che al buon Formigoni piaceva tanto, e dopo una ascesa senza precedenti siamo ufficialmente il paese più corrotto d’Europa.
Finalmente tutti possono venire a conoscenza del nostro valore, grazie al Transparency International, che pubblica l’annuale Corruption Perception Index sul livello di corruzione percepita in 175 paesi nel mondo, collocandosi al 69° posto.
Sono riconoscimenti che non giungono a caso, infatti, per raggiungere questo obiettivo è occorsa una grande mole di lavoro, a cominciare dal Mose, passando per l’Expo, per poi giungere al recente scandalo romano che ha fatto emergere i rapporti tra politica e criminalità, attraverso tangenti e appalti truccati.
Non bastasse questo, anche l’agenzia di rating, Standard & Poor’s dice la sua, abbassando il giudizio sull’Italia ad un livello molto vicino alla spazzatura, tagliando ulteriormente le stime di crescita. Corruzione e spazzatura sono due parole che vanno molto d’accordo, parole che stanno condannando questo paese a causa di un marciume senza pari.
In tutto questo i soliti balletti, politici circensi che con le loro evoluzioni dialettiche stanno facendo il palo a chi sta razziando questo paese. Ci si augura sempre un sussulto di dignità da parte di questa politica, qualcosa che faccia ricordare loro la parte umana, si spera, che ancora li compone, ma ormai le speranze sono al lumicino se non ultimate, nessuna redenzione quindi, solo la conferma che sono alieni a questa umanità.
Questi qua sono di gomma, non importa la loro collocazione politica, non importa se sono di sinistra, di destra, di centro, di centrodestra o centrosinistra, di estrema destra o estrema sinistra, e chi più ne ha più ne metta, sono tutti complici nel portare in vicoli ciechi i loro “estimatori”.
Ci vorrebbe una rivoluzione non violenta, una rivoluzione delle coscienze. Si sa, fino a quando si urla le cose non cambiano, lo stesso accade per la rassegnazione che lor signori nutrono a più non posso, mentre invece, quando sentiamo di non aderire più a qualcosa nel silenzio del nostro cuore, emerge una forza che ci indica che le cose possono finalmente cambiare.
Nel vedere questi politici che ci portano al massacro non provo rabbia, anzi, mi fanno anche tenerezza, cogliendo nei loro gesti la sofferenza che li compone, perché a comportarsi in questo modo non si sta bene, credetemi. Non vale neanche la pena prendersela con loro, cominciamo invece a ignorarli, perché è questo che temono, essere rimandati a se stessi e al loro disagio.
Non possiamo delegare alle cavallette la buona riuscita del raccolto, che ognuno si assuma la propria responsabilità nel rendere se stesso una persona migliore, la somma di tutti farà poi il resto. Basta con l’aderire a modelli beceri e avidi, riappropriamoci della vita, perché questi sono modelli di morte che tendono a spegnere la vita in ogni suo aspetto.
La vita è in ogni caso più forte e al momento opportuno saprà farsi valere, ma con l’aiuto di tutti lo sarà ancora di più.