l43-trivelle-120813193135_bigLa fratturazione idraulica o fracking è pericolosa per la nostra salute e per l’ambiente. Ne sappiamo qualcosa dalle mie parti dove il recente terremoto del 2012 ha portato in evidenza questa modalità, mirata a sfruttare la pressione di un fluido, in genere acqua, per creare e poi propagare una frattura in uno strato roccioso.

La fratturazione, viene eseguita dopo una trivellazione entro una formazione di roccia contenente idrocarburi, per aumentarne la permeabilità al fine di migliorare la produzione del petrolio o del gas da argille contenuti nel giacimento e incrementarne il tasso di recupero. Infatti, i terreni sottoposti a queste tecniche possono risultare più sensibili alle conseguenze di violenti terremoti, le cui onde sismiche potrebbero produrre contraccolpi disastrosi.

Le fratture idrauliche possono essere sia naturali che create dall’uomo, e malgrado la “scienza” ufficiale neghi ogni responsabilità, ritengo che la mano dell’uomo, notoriamente avida, abbia una parte in causa molto importante. Inoltre, queste operazioni petrolifere, sono associate ad agenti dannosi per la salute perché inquinanti, come per esempio i composti organici volatili tipo il benzene.

Come riportato in un articolo sul fattoquotidiano.it, la stessa American Petroleum Institute (API) nel 1948 concluse che la concentrazione giusta di benzene in atmosfera per garantire la salute umana è esattamente zero.

Un gruppo di ricercatori della Colorado School of Public Health guidato da Lisa McKenzie ha cercato di saperne di più, analizzando le nascite di bambini nelle zone vicino ai luoghi dove si estrae gas naturale, comparandole con quelle che avvenivano a 15 chilometri di distanza.

Certamente non è conveniente essere incinta vicino ai pozzi di gas naturale, perché è stato riscontrato che vi sono possibilità doppie di avere un bambino con un difetto ai tubi neurali, una struttura presente negli embrioni, da cui si origina il sistema nervoso centrale. Per esempio la spina bifida ne è una conseguenza conclamata.

petroliobasilicataInoltre, le mamme che vivevano vicino ai pozzi di gas avevano la probabilità del 30% in più di avere figli con difetti al cuore, principale causa di mortalità infantile. Non è chiaro il meccanismo che determina queste patologie, ma l’aria e l’acqua, che vengono fortemente inquinate ne sono le cause probabili, visto che chi vive vicino a questi pozzi ha maggiori probabilità di avere figli con difetti alla nascita.

Non è la prima volta che vengono fatte ricerche simili, già nel 2012 infatti ci fu uno stesso studio condotto da Elaine Hill della Cornell University che metteva in relazione i danni alla nascita e l’inquinamento da fracking. In quell’occasione i petrolieri dissero che i bambini si ammalano di più vicino ai pozzi perché il fracking cambia la distribuzione demografica nei dintorni dei pozzi e le madri che scelgono di vivere lì vicino sono già malate per conto loro.

Capite come ci stanno prendendo per il naso? Questo grazie a persone conniventi che pur sapendo tacciono per preservare la loro avidità. In Italia le cose non vanno diversamente, sempre comunque a scapito della salute dei cittadini che vengono tenuti ignari dei rischi delle trivellazioni nel sottosuolo per l’estrazione del gas naturale.