Si può andare in bicicletta al lavoro ed essere pagati per questo. Lo stato francese invita le aziende ad aderire a questo piano, attivando la sperimentazione di un premio in denaro per i lavoratori (0,25 centesimi di euro per ogni chilometro percorso) che usufruiranno di questo mezzo di trasporto per recarsi sul posto di lavoro.
Questa misura, lanciata dal ministro dei trasporti, Frédéric Cuvillier è una mossa molto importante in chiave ambientale, e anche se al momento riguarda un numero limitato di dipendenti, avrà modo di aumentare sicuramente, visto che in Francia l’uso della bicicletta si sta espandendo, infatti sono ormai 17 milioni di francesi che almeno una volta a settimana la usano.
Inoltre sarà posto fine all’obbligo dei ciclisti di tenere la destra, il margine notoriamente più pericolo per la circolazione, il quale è pieno di ostacoli di ogni tipo comprese le portiere delle macchine parcheggiate che si aprono all’improvviso. Altra norma che sarà introdotta, riguarda la possibilità di svoltare a destra in caso di semaforo rosso, mossa che naturalmente dovrà essere effettuata in condizioni di sicurezza, norma che è richiesta anche dalle associazioni italiane.
L’agenzia francese per l’ambiente e la gestione dell’energia ha stimato una spesa di circa 110 milioni di euro per il progetto. Il ritorno sarà positivo per quanto riguarda la sicurezza stradale e sulla salute degli stessi contribuenti. In Belgio, Paesi Bassi, Danimarca e Germania, esistono da tempo misure analoghe ed hanno riscosso un grande successo.
In Italia, anche a causa della crisi, si sta riscoprendo l’uso della bicicletta, non solo come veicolo di svago, ma sempre più come un mezzo per spostarsi in città. Infatti nel 2012, per la prima volta dopo 48 anni, in Italia sono state vendute un numero di biciclette maggiore rispetto alle auto. Si sta vivendo un vero e proprio boom dell’uso della bici, e la percentuale di coloro che la utilizzano per gli spostamenti almeno 3 o 4 volte a settimana, è salita al 9%, quasi 5 milioni di utenti.
Speriamo che con l’aumento delle biciclette, cosa per altro molto positiva, possa incrementarsi anche l’educazione stradale, che nel nostro belpaese latita alquanto. La coesistenza di tutti i mezzi di locomozione di cui disponiamo, compreso l’andare a piedi, sarà possibile, a patto che ognuno tenga in considerazione l’altro senza prevaricarlo. Le regole non bastano se non trovano applicazione pratica attraverso il buon senso di ognuno, anche perché l’Italia è al terzo posto come mortalità stradale in bicicletta.
A titolo statistico il paese in cui si usa maggiormente la bicicletta è l’Olanda con il 99, 1 % dei suoi abitanti che la utilizzano. A seguire la Danimarca con l’80,1%, la Germania con il 75,8 %, la Svezia con il 63,7 %, la Norvegia con il 60,7 %, la Finlandia con il 60,4 %, il Giappone con il 56,9%, la Svizzera con il 48,8%, il Belgio con il 48%, e al 10° posto la Cina con il 37,2 %. I dati sono presi da bikeitalia.it.