Sento dire spesso che nella sanità, vi sono delle persone che lavorano come “cani”, persone che non eccellono particolarmente in professionalità, senza possedere quel senso di umanità che non dovrebbe mai mancare nei confronti dei malati. Devo ammettere che a mia volta mi sono imbattuto in personaggi di questo genere, parte di un sistema che ha come intento quello di creare profitto, così che i malati siano trattati, spesso e volentieri come cavie, foraggiando di fatto Big Pharma, con gli annessi e connessi del caso.
Beh, vista questa notizia, consentitemi un po’ d’ironia, preferisco i cani veri, come Frankie, che è in grado di fiutare e riconoscere, il tumore alla tiroide, con un margine di errore del 12%. Che dire? Meglio Frankie a questo punto, convinto del fatto che, se potesse operare, asporterebbe meno tiroidi lui, rispetto ad un chirurgo qualsiasi, il quale, magari non conosce altra soluzione, magari è completamente in buona fede, oppure conosce benissimo soluzioni alternative e conservative, ma di fronte ai bilanci che devono quadrare anche il buon senso tende ad arrestarsi.
Lo ha comunicato la Endocrine Society, portando come dato il fatto che lo “score” di Frankie è di 30 casi individuati su 34. Non male, considerando che vi sono altri “cani” veri, che hanno fatto altrettanto con altre patologie. Frankie è in grado di fare una diagnosi precoce, semplicemente annusando un campione di urina. Quando il campione di urina è “pulito” lui si allontana, mentre invece, quando percepisce il tumore, si sdraia a terra, come comunicato da un team della University of Arkansas for Medical Sciences (UAMS), grazie a ricettori olfattivi che sono 10 volte più potenti di quelli umani.
Naturalmente non esiste nessuna prova scientifica che la scienza ufficiale approvi, ma credo che si dovrebbe approfondire la sperimentazione in questo senso, visti i numeri estremamente confortanti. Questo in attesa che umani più “consapevoli”, comincino a scrollarsi di dosso un po’ di quella patina che li induce a sentirsi quasi onnipotenti, in dovere di tagliare e togliere quello che secondo loro non serve.
Speriamo che in futuro, la medicina si renda conto che, se una energia si scarica in un determinato punto ci sarà un perché, e non sarà certo la soluzione ideale togliere l’organo, visto che quell’energia tenderà a scaricarsi in un altro punto. Se non si modificano a monte le cause di ciò che avviene a valle come effetto, tagliare non servirà ad altro, se non ad accentuare il male espandendolo ulteriormente.
Ma questo è quello che vuole Big Pharma, alimentando quelle illusioni che vogliono farci diventare pazienti a vita.