Tratto dall’omonimo romanzo di John Steinbeck. Nel 1941 riceve il premio Oscar “Miglior film, migliore regia”
Primi anni ’30, Tom uscito di prigione scopre che la terra della fattoria di famiglia è stata espropriata dalle banche. Senz’altra scelta carica i nonni ed i familiari su un camion e dall’Oklahoma partono verso la California con le loro poche cose e la promessa di una terra fertile.
Il film ci racconta la sofferenza, la fame, l’estrema miseria, gli inganni che i più prepotenti, i più violenti, i più arroganti e i più ricchi americani infliggono agli americani stessi. Un pezzo di storia di questa invidiata società, che vede nel culto del profitto l’unica filosofia e l’unico valore; un film che dobbiamo riguardare per capire quello che stiamo vivendo anche noi oggi che il “metodo americano” ha invaso il mondo e, dopo aver devastato il terzo mondo, pretende di sottomettere completamente e di spadroneggiare senza limiti, anche nella vecchia Europa.
Mi è capitato di vederlo ieri sera per caso e non ho potuto non cogliere l’analogia con la nostra storia attuale nel senso di smarrimento, di stupore, di impossibilità di comprensione e accettazione delle folli pretese imposte tra capo e collo, all’improvviso, a quelle famiglie di contadini del primo novecento che si vedono buttati in mezzo alla strada dall’introduzione forzata di una tecnologia che garantisce lauti profitti: i primi trattori. Nessun rispetto per la vita, allora come oggi, nessun dubbio etico, né di altra natura da parte del potere finanziario, nessun ripensamento, massima determinazione e rapidità di esecuzione ed ecco le strade dell’ America riempirsi di disgraziati che a piedi o con mezzi di fortuna attraversano l’intero continente, rincorrendo inganni mediatici e false promesse.
L’affetto, l’unione solidale della famiglia e la vitalità di quegli uomini sono le uniche risorse su cui possono fare affidamento e che aiuteranno anche Tom, il regista protagonista a maturare una scelta di lotta consapevole, incominciando a vedere, durante il viaggio, più chiaramente l’assurdità di quella tragedia.
Non è improbabile che noi insieme ai nostri figli, veniamo gettati in mezzo alla strada dallo stesso arrogante potere che abbiamo lasciato crescere, come un cancro estremamente maligno, in mezzo a noi. Nonostante ci abbiano spesso raccontato questo volto della società americana, noi non ci siamo difesi, inseguendo valori più equi, dignitosi, o anche solo più semplicemente intelligenti e logici. Abbiamo invidiato ed emulato quell’opulenza, giustificandola e prendendola acriticamente come buona per tutti. Ci siamo identificati in quel pezzo grosso, giacca e cravatta, su un gran macchinone, sigaro in bocca e occhiali scuri, che ordina e comanda, le spalle protette dalle sue guardie che imbracciano fucili ( in questa fase gli americani sono passati dalla pistola dei cowboy ai fucili delle guardie armate).
Quel bambinone ignorante e prepotente è diventato il nostro modello e per raggiungere quella eccelsa vetta sacrifichiamo tutto e sgobbiamo come schiavi. Sarebbe ora che ne vedessimo i limiti!! Sarebbe salutare per la sopravvivenza felice del Pianeta e dell’Umanità che quel pupazzo/burattino, gonfio e tronfio dei soldi rubati a tutti, rubando le loro materie prime e i loro diritti di nascita, venisse gettato nel fango e nella spazzatura, tra i rifiuti indecenti, che non possono più trovare spazio nella civiltà dei vivi e dei giusti. E non sarebbe nemmeno necessario farlo fisicamente; non abbiamo più bisogno di sporcarci le mani come Roberspierre e compagni; è più che sufficiente abbandonare questo falso mito, vedere la miseria interiore, che diventa anche esteriore e che arriva a riguardare tutti noi.
E’ questo pupazzo indecente che toglie i colori del mondo, che ruba per avvelenare la terra, gli alberi, la vita. La tecnologia che affascina questi bambinoni, senza anima e senza coscienza, è quella che permette loro, avendo nel frattempo fatto sempre più soldi, di giocare a fare gli dei con le forze della natura sottomesse alla loro malvagità.
Apprezzo le dichiarazioni recenti di Romina Power alla TV, una testimonianza di Verità:
“ Vivendo negli Stati Uniti si vedono cose che qui non arrivano. Gli Stati Uniti hanno fatto delle cose al loro stesso popolo che nessun paese ha fatto, né farà mai! E’ un paese estremamente violento, la polizia invece di proteggerti, ti può anche uccidere….in California le scie chimiche sono aumentate del doppio, ci stanno avvelenando piano piano, stanno iniziando a trivellare l’Alaska per cercare petrolio…io sono d’accordo con il Papa, per me la terra va rispettata!”
Grazie a te Romina e a tutti quelli che inseguono la Verità. La Verità ci rende liberi!