Non sono una nutrizionista, una biologa, e nemmeno una contadina. Però mi sto abituando a dare sempre meno per scontato lo stile di vita che ho condotto da quando ho aperto gli occhi in questo mondo, e sto imparando a recuperare un rapporto con l’alimentazione che avevo dimenticato.

La parola “dimenticare”mi sembra quella appropriata, anche se ciò che vado scoprendo è del tutto nuovo e sta entrando nella mia vita per la prima volta, ho la sensazione di scoprire l’acqua calda, per così dire, e di avere sempre saputo, da qualche parte dentro di me, che noi stessi possiamo essere i produttori del nostro cibo, tutti i giorni, senza delegare all’industria la funzione di nutrirci, come siamo stati abituati a fare ormai da decenni. Però l’avevo “dimenticato”.

Lo abbiamo dimenticato quasi tutti, nel mondo occidentale, quello in cui il cosiddetto “progresso” è andato di pari passo con l’allontanamento dalle radici che nutrono il nostro essere, tanto lontani da non sapere niente di ciò che mettiamo oggi sulla nostra tavola, se non in quale negozio lo abbiamo comprato.

Mi fa sempre più tristezza vedere le persone dare per scontato il percorso che compiamo tutti per la nostra alimentazione. Più o meno questo: montiamo in macchina, parcheggiamo, preleviamo un carrello, lo riempiamo di scatole credendo di stare scegliendo, di essere “consumatori attenti”, perché leggiamo le etichette, paghiamo, e, con quello apparecchiamo la tavola, ogni giorno, per tutta la vita.

Credo che se potessimo seguire fisicamente i percorsi di tutti i componenti contenuti nelle scatole che abbiamo acquistato, faremmo più volte il giro del mondo!

Noi ci consideriamo fortunati a poter disporre di cibo già pronto, perché siamo sempre di corsa e non abbiamo mai tempo: ma se fosse il contrario? Se non avessimo mai tempo perché corriamo sempre? Perché la nostra vita è alienata da sé stessa e non sappiamo più chi siamo e dove andiamo…

Da un paio di anni o poco più mi sono sentita attratta dal mondo dei germogli e dalla loro produzione, e sto scoprendo una dimensione nuova e bellissima.

Ho cominciato comprando le bustine in vendita, specifiche per germogli, poi ho cominciato a leggere, ad informarmi, ed ho visto che posso far germogliare tutti i semi che ho in casa e che neanche consideravo semi! Parlo del riso integrale, dell’orzo, del farro, dei fagioli, dei ceci, e molto altro. Non ci avevo mai pensato, ma abbiamo in casa un potenziale di vitalità che non sappiamo di avere (1)(2).

Gli studi(3) ci dicono che la quantità di principi nutritivi contenuti nel seme aumenta di decine di volte nel germoglio, mentre i nutrienti dei vegetali che consumiamo oggigiorno sono pochi rispetto al contenuto della frutta e verdura del passato(4). E siamo costretti a ricorrere agli integratori alimentari ,ahimè…

La germogliazione consente di consumare il seme senza che sia necessario cuocerlo; solo per i legumi è consigliata una breve cottura, ma i cereali integrali subiscono una trasformazione che li rende commestibili anche crudi, mantenendo intatto il patrimonio enzimatico e nutritivo; inoltre i germogli sono più facilmente digeribili dei semi semplicemente cotti ed hanno una resa altissima: il peso netto dei semi è moltiplicato di almeno sei volte nei germogli.

Insomma,la germogliazione libera quella vitalità trattenuta nel seme che non aspetta altro che le condizioni ideali per venire fuori. Abbiamo bisogno solamente di acqua, di un contenitore o di un sacchetto di cotone e di aria, e, ovviamente, di semi di buona qualità. Ormai ho preso l’abitudine di fare la “prova del 9”, quando acquisto dei cereali o dei legumi nuovi: se non germogliano non è un bel segno, e non li compro più.

Per me è bellissimo vedere il miracolo della vita che si rinnova in un angolo della mia cucina ed ho scoperto una sensazione di autonomia e di potere che non conoscevo: piano piano vedo che posso sganciarmi dall’imposizione del cibo industriale, che spegne la vita e ci rende dipendenti. Certo, bisogna abituarsi a nuovi sapori, bisogna usare un po’ di fantasia per adattare le nostre ricette, ma ne vale la pena.

La storia dei semi germogliati ha radici antiche e molte civiltà del passato ne facevano uso. Addirittura c’è chi dice che l’invincibilità degli antichi romani fosse dovuta all’alimentazione ricca di germogli, molto nutrienti e poco ingombranti. Anche i marinai ne facevano uso,nelle lunghe traversate, erano utili durante la guerra, o in oriente, nei lunghi inverni fra le montagne; perciò concludo riportando un estratto dal “Vangelo della Pace”, a dimostrazione di quanto sia nobile e antica la pratica di nutrirsi dei germogli:

«Lasciate che siano gli Angeli di Dio a preparare il vostro pane. Bagnate il vostro grano affinché possa penetrarvi l’Angelo dell’acqua, quindi disponetelo all’aria affinché sia abbracciato anche dall’Angelo dell’aria; poi lasciatelo al sole dal mattino alla sera affinché possa discendervi anche l’Angelo della luce del sole.

E la benedizione di questi tre Angeli farà sbocciare in fretta nel vostro grano il germoglio della vita.

Poi macinate il vostro grano e ricavatene delle cialde sottili come fecero i vostri padri quando lasciarono l’Egitto, la dimora della schiavitù.

Quindi disponete di nuovo quelle cialde al sole fin dal mattino e a mezzogiorno giratele affinché, prima del tramonto, l’Angelo del sole possa abbracciarle anche dal lato opposto.

Perché il vostro pane deve essere preparato da quegli stessi Angeli che hanno nutrito e maturato il grano nei campi. E lo stesso sole che, grazie al fuoco della vita, fece crescere e maturare il grano dovrà, con quello stesso fuoco, cucinare anche il vostro pane.

Perché il fuoco del sole dà la vita al grano, al pane e al corpo; ma il fuoco della morte uccide il grano, il pane e il corpo. E gli Angeli viventi del Dio vivente servono solo gli uomini vivi, perché Dio è il Dio della vita e non il Dio della morte».(5)

Articolo di: Barbara Nora per RIP Agricoltura e Ambiente

Fonti:

(1) “Il grande manuale dei germogli”di Carole Dougoud Chavannes ed.Macro

I germogli” Red Edizioni

(2) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9240932

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9677811

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26268987

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/7596371

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10100174

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19211820

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23725149

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18063230

(3) https://fdc.nal.usda.gov/fdc-app.html#/food-details/168384/nutrients

(4) https://www.corriere.it/Rubriche/Salute/Alimentazione/2006/03_Marzo/01/farkas_verdure.shtml

Donald R. Davis. Declining Fruit and Vegetable Nutrient Composition: What Is the Evidence? Biochemical Institute, The University of Texas, Austin
Dirt Poor: Have Fruits and Vegetables Become Less Nutritious? – Scientificamerican.com
Alyson Mitchell. Organically Grown Foods Higher In Cancer-fighting Chemicals Than Conventionally Grown Foods. American Chemical Society 25 Jan 2003

https://pubs.acs.org/doi/10.1021/jf070344+

(5) IL VANGELO ESSENO DELLA PACE Manoscritti originali scoperti e tradotti da Edmond Bordeaux Szekely