13562_2Creare dipendenze dalle quali poi sarà molto difficile uscire è ormai prassi in questo mondo dove l’umanità sembra quasi avulsa da questo pianeta, il tutto evidenziato dal rapporto Espad del 2014, riportato dal quotidiano la Repubblica.

I dati sono allarmanti, visto che il 17% dei minorenni manifesta segnali di un comportamento a rischio, dovuto all’uso di Internet, social network, gioco d’azzardo, psicofarmaci presi senza ricetta medica, energy drink mescolati all’alcol, fumo e droghe. Lo studio si è basato su 40mila questionari anonimi inviati in 480 istituti superiori in tutta la penisola.

Siamo in presenza di una società sempre meno umana, altrimenti non distruggeremmo il patrimonio costituito da bambini e adolescenti, attraverso attività che debbono inibire ogni vitalità. Nonostante questo la maggioranza delle persone assiste impassibile di fronte a questo genocidio di neuroni, come se non riguardasse loro, tanto la vita è questa, aggiungendo che non è possibile cambiare… d’altra parte gli adulti sono complici e sembra quasi di mettere la volpe a guardia del pollaio.

Viviamo in una era era nella quale sembra di poter comunicare più facilmente, ma basta guardarsi attorno e rendersi conto che con l’aumento della tecnologia digitale i cuori si sono allontanati, facendo emergere solitudine e frustrazione.

Abbiamo lasciato i ragazzi senza una guida che si prenda cura di loro, con l’esempio, la narrazione, testimoni di una vita intrisa di problemi che ha comunque sempre una soluzione. L’adulto ha smesso di tenerli per mano, e questi ragazzi cadono in balia di false guide cercando la sublimazione di un disagio che nessuno vuole più condividere assumendosene la responsabilità.

Non stupiamoci a questo punto dell’uso smodato di alcool da parte di questi ragazzi, i quali hanno sempre bisogno di essere altro per avere l’illusione di se stessi. Basterebbe insegnare loro che le emozioni sono belle, lo stesso vale per il percepire i propri limiti, sostando davanti alla propria fragilità.

Un’altro dato inquietante è il balzo in “avanti” che l’Italia ha compiuto nella classifica europea per la diffusione di psicofarmaci senza prescrizione. Le statistiche ci parlano di un 16% che hanno preso pillole e gocce senza la ricetta… ai quali possiamo aggiungere certamente quelli che prendono psicofarmaci con le ricette, magari con l’avvallo dei genitori, i quali tendono sempre più a demandare la loro presenza, incapaci a loro volta di sostenere le emozioni sino a tamponarle.

Non basta inanellare anni su anni per definirsi adulti, ma bisogna veramente diventare grandi e cominciare a testimoniare con la propria vita un mondo diverso, e non quello composto di automatismi compulsivi tendente a creare un questo vivere dove ognuno percepisca come libertà ciò che è invece una dipendenza.

L’adulto inanella tutta una serie di paure che lo giustificano nel “proteggere” il proprio figlio, tenendolo in una specie di bambagia senza consentirgli di crescere, ma anche in questo caso viene creata una ulteriore dipendenza. Non li facciamo crescere, forse perché non vogliamo crescere a nostra volta… qualche volta portiamoci l’attenzione… non abbiamo tempo? Troviamolo!

Invece siamo tranquilli quando li lasciamo ore davanti ad un computer, oppure mentre assistiamo che si avvelenano di radiazioni nell’uso del cellulare o divengono catatonici davanti a uno schermo televisivo. Qualche volta gli urliamo dietro ma concretamente che cosa facciamo?

Si impara quando qualcuno te lo insegna mostrandotelo, non con le parole, minacciose, annoiate, irritate o automatiche… ma con l’amore dell’accoglienza cominciando ad agire a propria volta ciò che si vorrebbe da loro.

Tutto deve divenire un gioco, e attraverso di esso comunicare un piacere reale e non di facciata. Spegniamo la televisione, usiamo i computer solo per reale necessità, telefoniamo con parsimonia, utilizzando il tempo risparmiato per parlare e condividere con loro l’umanità di un vivere assieme teso all’apprendimento reciproco.

adolescenza-genitoriDobbiamo essere noi il mondo che vorremmo che sia, diceva Ghandi, e possiamo cominciare a crearlo a partire da ora… coraggio non ci manca nulla, basta un poco di coraggio e di sana follia, nel sovvertire ciò che sembra insormontabile.