Il Parlamento europeo ha tre sedi, Bruxelles, Strasburgo e in mezzo Lussemburgo, una terza sede prettamente amministrativa con gli uffici del segretariato generale. Le prime due sedi sono state scelte con un alto valore simbolico rappresentando i territori liberati dall’invasione tedesca durante la seconda guerra mondiale, ma visto il periodo di crisi che stiamo attraversando, sono anche manifestazione di spese inutili.
Sono 5000 le persone che fanno la spola tra Bruxelles e Strasburgo e per diverse volte al mese, con un costo annuo, come riportato dal quotidiano la Repubblica, di 200 milioni di euro. Oltre “all’inquinamento” prodotto da questi girovaghi della politica nelle coscienze umane, probabilmente faranno anche la “cresta” sulle spese… sai com’è l’essere umano è “fragile” da questo punto di vista, figurarsi se poi possiede anche tendenze “aliene”.
Per non parlare dell’uso di ogni mezzo per trasportare i documenti, aerei, treni, auto e camion, con una produzione di anidride carbonica (Co2), pari a 19mila tonnellate. Gli sprechi poi aumentano in considerazione del fatto che a Strasburgo si tengono le sedute plenarie per 4 giorni al mese e, togliendo agosto, fa 44 giorni all’anno… il problema è che questa sede è costata 600 milioni di euro.
Gli europarlamentari avevano votato lo scorso anno una risoluzione per togliere la sede di Strasburgo, ma chi li sente poi i cugini transalpini, i quai non ci stanno proprio a fare a meno di questo luogo prestigioso. Sprechiamo pure e anche orgogliosamente aggiungerei, l’importante è l’immagine, tanto paga “pantalone”, ed è solo un particolare il fatto che ormai siamo rimasti in mutande.
Sempre dal quotidiano la Repubblica snoccioliamo un po’ di dati e che riguardano le spese annuali del Parlamento europeo:
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766 deputati , che scenderanno a 751, costano 227 milioni di euro (75 milioni di stipendi, 117 milioni di rimborsi spese e 35 milioni per assicurazioni, pensioni ed indennità varie).
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620 milioni di euro per i funzionari e i dipendenti temporanei.
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98 milioni di euro per le spese dei servizi esterni.
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463 milioni di euro per le attività ordinarie e straordinarie del Parlamento.
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106 milioni di euro tra pubblicazioni di documenti, accoglienza dei visitatori e distribuzione di informazioni varie.
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100 milioni di euro per finanziare l’attività di parlamentari indipendenti, i gruppi parlamentari e le fondazioni.
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200 milioni di euro sono stanziati per coprire gli eccessi di spese per i lavori parlamentari.
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205 milioni di euro per il mantenimento delle tre sedi.
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140 milioni di euro per le telecomunicazioni sotto il cui cappello cade tuta la gestione dell’Information technology.
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5 milioni di euro di costi amministrativi.
La somma fatela voi, e dopo esserci seduti un attimo, pensiamo come potrebbero essere destinate queste risorse, invece di foraggiare gente, la cui maggior parte è inutile, per quell’unica funzione rappresentata dal procacciare affari, protesi a ramificare la loro rete clientelare.
Fra poco ci saranno le nuove elezioni europee… e avanti con un’altra infornata. Tutti alla ricerca del posto fisso, che non deve essere necessariamente all’interno del Parlamento visto che, spesse volte, le immagini che ci propongono sono desolanti, vista la carenza di eurodeputati presenti alle sedute.
È un mondo fatto così, dove forze aliene all’umanità, creano condizioni affinché le risorse siano drenate a favore di una esigua minoranza di gruppi di potere, vero asse portante della disumanità imperante.
Ah… non ho resistito e ho voluto fare la somma che risulta di 2164 milioni di euro all’anno.
Vogliamo delegare ancora le nostre vite ai nostri “cari”, in tutti i sensi, politici? O vogliamo prendere in mano le nostre vite con una rivoluzione assolutamente pacifica nel rispetto di ognuno? Il bene comune ci aspetta, non abbiamo altre risorse, questo mondo sta fallendo per l’avidità e la voracità delle cavallette che foraggiamo.
Non rimane altro che l’Amore. Ognuno coltivi il Buono, il Bello ed il Vero presente in sé, e le forze sane sapranno unirsi. L’umanità è più forte, e la Luce non può stare sotto il moggio per sempre.