Probabilmente questa località che si chiama Agbogbloshie, un sobborgo di Accra la capitale del Ghana, vi dirà poco o nulla, del resto se non avessi letto di questo luogo sul settimanale D di Repubblica, anche per me avrebbe significato ben poco.
400mila cellulari e tablet, assommati a 140mila computer, questa è la cifra dei rifiuti tecnologici nel mondo che ogni giorno concorriamo a creare. La nostra smania di avere il modello tecnologico nuovo, abbinato al fatto che ormai conviene sempre più acquistare invece di riparare, produce discariche globali inquinanti in grado di uccidere chi, tra quei rifiuti, scava per vivere.
Gli africani si sa sono fastidiosi, migrano in massa cercando maggiore dignità, ci rubano il lavoro e altro ancora, ma dobbiamo anche a loro l’opulenza raggiunta dall’Occidente, visto che sono stati depredati per secoli e usati come discarica per tutti gli scarti, che qui sono stati inviati per mantenere “pulito” il nostro mondo.
Agbogbloshie è semplicemente il territorio più inquinato del mondo, secondo un report recentemente pubblicato dalla BBC, molto più letale di Chernobyl situata al secondo posto in questa classifica mortale. In questo luogo non è esplosa una centrale nucleare, ma una bomba che rinnova quotidianamente la sua deflagrazione di veleni mortali, visto che decine e decine di camion scaricano rifiuti tecnologici provenienti da tutto il mondo.
Questi numeri ce li fornisce l’EPA, che è l’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente, aggiungendo che solo nel 2001, sono state prodotte 3 tonnellate di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (e-waste), e di queste solo un quarto è stata riciclata, mentre il resto è finito in discariche o inceneritori.
Il problema è duplice, il primo riguarda lo spreco, visto che da un milione di telefonini si potrebbe ricavare 24 chili d’oro, 250 d’argento e 9mila di rame. Il secondo è ambientale, visto che oltre ai metalli preziosi vi sono anche quelli nocivi come piombo, cadmio, mercurio, che quando vengono bruciati rilasciano diossina nell’aria, e se restano nella terra ne avvelenano per sempre le falde acquifere.
Naturalmente questo luogo non è un caso isolato, esiste anche Guyiu in Cina, nella provincia del Guandong, dove 4 villaggi sono stati spazzati via, e oggi è divenuto il più grande cimitero elettronico del mondo. Non è facile avere informazioni ufficiali, le autorità cinesi ostacolano chi va lì in cerca di scandali, ma per esempio nel 2005 alla discarica di Guyiu lavoravano più di 60mila persone, per 17 centesimi l’ora, 16 ore al giorno. Obiettivo, recuperare i metalli pregiati.
La storia di Agbogbloshie è venuta a galla fino a quando nel 2008. Isaac Brown è arrivato in questo luogo incontrando Isaiah Atta, di cui ne ha raccontato la vita che faceva aggirandosi nella discarica per poter ricavare i soldi per andare a scuola, pur sapendo dei veleni che respirava continuamente rovistando nei rifiuti tecnologici. Tutto questo è divenuto un documentario nel 2012, e se volete saperne di più vi rimando al link http://www.terrablight.com/ dove potrete vedere un trailer, mentre potrete scaricare da Amazon il documentario completo.
I bambini sono la nostra Stella Polare, capaci di indicarci la rotta da tracciare, e noi che cosa facciamo? Li spegniamo riempiendoli di “rifiuti” tecnologici, invece di stimolare la loro innata curiosità. Non sappiamo più raccontare storie, preferendo che i bambini vengano ragguagliati sul senso della vita da informazioni stereotipate e alienanti che possono trovare su un qualsiasi supporto tecnologico.
Spero che questa deriva possa invertire la sua rotta, perché vedere bambini ed adolescenti sempre più instupiditi fa male, e ora ancora di più, visto che quando cambieranno telefonino, questo andrà ad avvelenare altri bambini che cercano un riscatto al loro disagio.
Questa storia ha comunque un lieto fine. Il 18 settembre scorso Isaac Brown ha lanciato una campagna di crowdfunding sul sito www.indiegogo.com per trovare i soldi da mandare Isaiah Atta a scuola senza avvelenarsi nella discarica. In 24 ore sono stati donati i soldi per coprire le spese di due anni di scuola: 1400 dollari.
Pensiamo sempre che a fare grandi cose occorra chissà che cosa, invece basta veramente poco se abbiniamo al nostro agire quel cuore, che ci fa sentire parte della stessa umanità.
Attraverso i bambini che provengono da un recente passato, possiamo essere proiettati nel prossimo futuro, basta guardarli negli occhi e ascoltarli, nel nostro cuore apparirà la mappa del tesoro, e tutte le indicazione per disseppellirlo… solo così rimarremo umani.