Tre decessi avvenuti dopo la somministrazione del vaccino antinfluenzale Fluad hanno costretto l’Agenzia del farmaco a sospendere le vendite di due lotti del prodotto della Novartis Vaccines and Diagnostics Srl. Le due partite incriminate sono la n. 142701 e la n. 143301. L’Aifa consiglia agli eventuali possessori del Fluad di controllare il lotto di produzione e nel caso di corrispondenza di contattare il medico curante.
In questo periodo dell’anno si riaccende il dibattito: i vaccini antinfluenzali sono così necessari come ci vengono presentati? Un articolo di AAm Teranuova riporta il pensiero di Peter Doshi, ricercatore alla facoltà di medicina della Johns Hopkins University. Secondo il ricercatore la campagna per la vaccinazione anti-influenza, divenuta sempre più martellante ed intrusiva, ha reso il vaccino un bene di consumo irrinunciabile e richiestissimo. Il vaccino antinfluenzale ai suoi esordi venne proposto come una cura salvavita. Nei primi anni novanta soltanto gli anziani e certi “ammalati” erano considerati a rischio. Negli ultimi anni la fascia di popolazione “interessata” è stata ampliata così tanto da finire per comprendere quasi tutti. Per Doshi i rischi dell’influenza come i benefici del vaccini sono sovra stimati, inoltre i vaccini antinfluenzali non sono neanche così sicuri come vogliono farci credere
Per colpa dell’ingente giro dei soldi che ruota intorno ai vaccini è difficile risalire a dei dati certi per capire la linea di demarcazione tra il necessario e l’indotto. Le pressioni delle multinazionali del farmaco sono innegabili. Nel 2013, con l’enfasi degna del “ventennio più nero” il Giornale, per contrastare il virus del momento, sottolineava che era stato trovato l’accordo per gratificare in denaro i medici di famiglia che vaccinavano di più, superando una certa soglia di percentuale dei loro pazienti.
Nonostante le rassicurazioni della classe medica, risulta difficile non avere dei sospetti sui vaccini antinfluenzali e sui vaccini in generale. Vedremo cosa stabiliranno le ricerche condotte dall’Aifa, ma fino a che non impediremo a Big Pharma di estendere i suoi lunghi e tentacolari bracci, non riusciremo neanche a sfogare una febbricola in santa pace.