imagesIn Francia si discute di sculacciata si o sculacciata no, dopo che i socialisti di Hollande hanno convinto gli ecologisti a ritirare un emendamento che inseriva il divieto di punizioni corporali per quanto riguarda i bambini. A favore del divieto delle “punizioni corporali” nei confronti dei bambini, secondo un recente sondaggio in Francia, si era schierato l’87% dei genitori francesi.

Rimane comunque difficile stabilire il sottile confine tra punizione e maltrattamento, aspetti che sono emersi alla vigilia del voto sulla famiglia che si concluderà mercoledì prossimo. L’attuale testo prevede che i genitori debbano rispettare l’integrità corporale dei bambini, senza entrare nel merito di eventuali ceffoni. La normativa non è chiara, comunque abbastanza chiara per quanto riguarda i socialisti, ai quali è sufficiente il codice penale in vigore per prevenire abusi da parte degli adulti.

Sono 32 i Paesi nel mondo in cui è vietato punire un minore a suon di sculacciate e l’Italia non è uno di questi, ne fanno parte per esempio: Austria, Germania, Grecia, Norvegia e Nuova Zelanda, ma vi rimando per l’elenco completo al link di wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Punizioni_corporali_in_famiglia.

Per quanto riguarda i bambini si sta giocando una partita importante visto l’interesse nei loro confronti da parte di tutti nel bene e nel male. Essi rappresentano un tesoro di vitalità, i semi del nostro futuro, nei quali è riposta la fiducia in un mondo che sappia finalmente scrollarsi di dosso le zecche debilitanti che lo vessano.

La mia generazione ha vissuto la sculacciata come uno dei modelli educativi, anche se per quanto mi riguarda non l’ho mai subita da parte dei miei genitori. A volte però, mi sono ritrovato a pensare che, in talune circostanze, una bella sculacciata mi avrebbe fatto bene aiutandomi a risvegliarmi e a prendere contatto con la realtà dei fatti, era una pedagogia più spicciola, ma non per questo meno efficace.

I bambini, a mio modo di vedere, non vanno mai sculacciati o cose simili, per quanto non si possa puntare il dito su coloro che praticano questa modalità, ritengo che vi siano altri modi, legati a presenza, testimonianza e coerenza.

L’essere umano è in ogni caso imperfetto e risulta necessario astenersi da ogni giudizio, come in ogni altro aspetto della vita, quindi ognuno si misuri sulla base dei propri limiti, ben ancorato al buonsenso.

Non sarà certo una legge che cambierà le coscienze, e in una situazione come quella che si sta vivendo in Francia, forse potrebbe anche peggiorare, in un senso e nell’altro, le cose. Invece di “alleggerirle”, potrebbero appesantirsi attraverso una attenzione esagerata rispetto alla portata degli eventi, generando paure e timori.

Auspico una rivoluzione delle coscienze, e quando parlo di presenza, testimonianza e coerenza, richiamo alla possibilità di cogliere in ogni momento ciò che unisce, invece di rigettare le proprie frustrazioni attraverso una aggressività lesiva e separativa, magari ininfluente sul piano fisico, ma capace di seminare il riflesso di ciò che è stato subito sul piano emotivo e mentale.

Consentire al bambino di crescere non significa inibirlo con una autorità.

L’accoglienza deve sempre essere presente, accettando “quell’imperfezione” del momento come una fase dell’apprendimento. Questo non significare rinunciare a mettere davanti al bambino gli effetti delle sue azioni, per quanto mi riguarda verbalmente, anzi è esattamente il contrario, non facendo mai emergere la separazione.

I genitori amano sempre i figli, e ci mancherebbe altro, ma bisogna cercare di rivoluzionare le proprie coscienze in modo tale che il bambino non si senta messo da parte solo perché non fa ciò che desidera il genitore.

Pur non apprezzando una sculacciata, la ritengo veramente un male minore rispetto ai giochi emotivi che si compiono nei confronti dei bambini, cercando inconsciamente di farli divenire simili a noi… per poi respingerli come facciamo con noi stessi.