Le acque che scorrono in Italia sono piene di pesticidi. Nel bel paese la fonte della vita viene sistematicamente distrutta dall’agricoltura chimico-industriale con la compiacenza di politiche colluse con il potere delle multinazionali, senza che vengano alzate delle barricate.
L’edizione 2014 del rapporto annuale dell’Ispra certifica che nel biennio 2011-2012 le acque italiane risultavano contaminate dai pesticidi oltre la soglia prevista dalla legge. La complessa attività di monitoraggio gestita dalle regioni e dalle Agenzie regionali per l’Ambiente ha stabilito che in quegli anni nelle acque superficiali e sotterranee vi era una concentrazione di erbicidi ed insetticidi pericolosa per la salute umana .
L’analisi delle acque ha evidenziato la presenza di 175 elementi chimici e in alcuni campioni ne erano presenti, contemporaneamente, ben 36. Tra i più rilevati vi è stato il glisofate, il pesticida prodotto dalla Monsanto che ad ogni latitudine sta minacciando la vita degli esseri viventi. Ma non è tutto. Nonostante la presenza di concentrazioni pericolose, il dato più allarmante è l’estesa diffusione in tutta la penisola di un tale avvelenamento.
Le nostre acque sono diventate un pericoloso cocktail chimico per la salute. Senza contare che il campionamento curato dall’Ispra aveva l’obiettivo di individuare soltanto i pesticidi, invece vi sono molte altre sostanze che ci minacciano. Nonostante non siano oggetto di ricerche pubbliche, diverse voci indicano i “metalli pesanti” come dei potenziali nemici dell’organismo.
Nel 2011 in provincia di Pistoia le ricerche effettuate dalla rivista “Le scienze” avevano rilevato in un pozzo la presenza del bario sette volte superiore ai livelli stabiliti dall’OMS, ma visto che la legge non pone nessun limite l’Arpat liquidò il problema miscelando l’acqua del pozzo con quella “pubblica” e riportando così la concentrazione del “metallo pesante” ai livelli indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ma chi ci assicura che il bario non abbia intossicato più del dovuto qualche pistoiese?
La politica se ne infischia delle nostre vite, al momento ci fa credere di aver potuto impedire la privatizzazione dello sfruttamento delle acque. Ma non è così, l’acqua ed altri beni comuni vengono considerati perlopiù un business. Ci stanno fregando e senza possibilità di replica, ma d’altra parte siamo vicini ad un punto di non ritorno. Per quanto tempo ancora le varie tessere del puzzle non verranno combaciate?