La conquista del Polo Nord per accaparrarsi le risorse naturali presenti sul fondo dell’oceano Artico prosegue senza soste. La Russia ha messo le mani avanti in tal senso, presentando formalmente alle Nazioni Unite la richiesta di 1,2 milioni di chilometri quadrati di territorio Artico. Questa rivendicazione, afferma la Russia, è legittima, visto che da diversi anni attua ricerche scientifiche in questo spazio del pianeta.
In effetti, la Convenzione delle Nazioni Unite, consente ad uno Stato costiero di estendere la sua giurisdizione alla terra presente sotto la superficie del mare, alla condizione di portare la dimostrazione che quanto richiesto esprima la continuità del suo territorio terrestre. La rivendicazione odierna non è nuova, infatti, nel 2001, la Russia aveva inviato una prima richiesta alle Nazioni Unite.
Le profondità marine della zona Artica rappresentano un vero e proprio Eldorado, stimato in 4,9 miliardi di tonnellate di idrocarburi secondo il governo russo. Naturalmente non ci sono solo i russi, e non mancheranno certamente scontri al riguardo, visto che l’accaparramento delle risorse naturali è fondamentale per mantenere un predominio socio-economico.
Gli altri concorrenti sono il Canada e gli Stati Uniti (attraverso l’Alaska), Norvegia e Danimarca (attraverso la Groenlandia), Paesi che negli ultimi anni hanno intensificato le missioni scientifiche per creare le condizioni per ottenere la sovranità su questi territori, basti pensare che l’Artico possiede il 13% delle risorse mondiali di petrolio non ancora scoperte, e il 30% delle riserve di gas naturale.
L’avidità umana non conosce soste, soprattutto se è sobillata da forze aliene a questa umanità, continuando a depredare questo pianeta per continuare una modalità che, sempre più chiaramente, rappresenta un modello sbagliato che sta fagocitando la vita sulla Terra. Consumare è la parola d’ordine, e per farlo ci vuole energia, anche se il prezzo da pagare va a scapito della Vita stessa.
L’umanità non è ancora in grado di cogliere un senso di unità, riconoscendo di far parte di un corpo che è la Madre Terra. Non ci si rende conto che smembrare parti del pianeta va a scapito della Terra nel suo complesso continuando a depredare per avidità, mentre l’unica scelta saggia sarebbe quella di pensare al benessere del singolo in funzione del bene comune.
L’umanità è ancora in una condizione molto prossima a quella animale, naturale che la prevaricazione dettata dalla paura sospinga ad azioni di questo tipo. Lontana è la percezione di una Forza legata all’Amore, volta ad un senso di unità da perorare ad ogni costo, invece, la forza è ancora usata per dividere, e dove c’è divisione c’è malattia, non resta che sperare che l’umanità guarisca presto dal morbo dell’ignoranza.