Incenerire i rifiuti nuoce gravemente alla salute e all’economia. Costruire un inceneritore, alias termovalorizzatore, svuota le tasche dei cittadini, impedisce di creare un sistema moderno di trattamento dei rifiuti e soprattutto è un pericolo per la salute di tutti. Oltretutto la zona dove dovrebbe essere costruito il termovalorizzatore è già a rischio in quanto incuneata tra l’ autostrada, l’ aeroporto ed una discarica.
Le emissioni degli inceneritori sono cancerogene, sostanze nocive penetrano nell’organismo e si accumulano negli anni. Le cellule non si adeguano ai limiti previsti dalla legge, non riescono ad arrestare i metalli pesanti. Se giornalmente attaccate da nano polveri, arsenico diossina e piombo rischiano fortemente di ammalarsi. L’inceneritore di Montale,nonostante venisse monitorato e rispettasse i limiti di legge, ha finito per intossicare il latte materno con la diossina. Il cadmio, prodotto dalla combustione dei rifiuti, è uno dei possibili responsabili della spina bifida. Inoltre le ceneri prodotte, circa un quarto del materiale bruciato, essendo classificate dall’Europa come rifiuti pericolosi dovranno subire dei trattamenti molto costosi.
Questo è quanto ci hanno raccontato nell’affollatissima assemblea organizzata a Sesto Fiorentino, in provincia di Firenze, dalle Mamme no inceneritore, il 25 maggio, Annibale Biggeri Professore ordinario di Statistica Medica e Biometria, Massimo Gulisano Professore ordinario di Anatomia Umana, Simone Larini esperto pianificazione smaltimento rifiuti e Rossano Ercolini Presidente dell’Associazione Zero Waste Europe.
Qualche giorno prima avevo assistito alla deprimente riunione della commissione consiliare del comune di Sesto Fiorentino. Davanti ai pochi consiglieri presenti si sono alternate le relazioni presentate da due “tecnici” scelti ad arte, uno era il direttore generale della ditta appaltatrice dei lavori, per confermare quanto deciso dai piani alti.
Ma questa cattiva politica ha il fiato corto. La battaglia del movimento contro l’inceneritore ha evidenziato la fragilità del sistema politico. La lotta delle Mamme no inceneritore ha riaperto nel comune di Sesto Fiorentino una partita che sembrava già decisa. Il capogruppo del PD si è dimesso e l’opposizione è riuscita a far passare una mozione che prevede di tornare ad un confronto democratico organizzando un’assemblea popolare con oggetto il termovalorizzatore.
Chi ci governa teme il risveglio della coscienza popolare. Sono deboli, basta poco per far cadere il castello di carta che hanno costruito. Per questo tentano in tutti i modi di impedire l’espressione del libero pensiero. La bassa affluenza alle urne dell’ultimo turno elettorale, sotto il 50%, dovrebbe imporre alla politica un serio ripensamento sul proprio operato e tirare le somme. Invece per Mattarella la colpa della disaffezione elettorale è imputabile soltanto alla litigiosità dei partiti. Siete in minoranza, ve ne siete accorti?
La battaglia per fermare la costruzione dell’inceneritore nella piana fiorentina è ancora lunga. L’esito sembra compromesso, la prossima tappa che prevede di essere l’ultima prima del via ai lavori, la Conferenza dei Servizi del 18 giugno, si avvicina pericolosamente. Chi ha spinto così oltre un’operazione palesemente nefasta, un cocktail di cancro e business, è riuscito a nascondere alla popolazione l’informazione della evidente pericolosità di un inceneritore.Se avete a cuore il vostro futuro e quello dei vostri figli siete invitati a partecipare il 10 giugno all’evento promosso dall’associazione Rip- movimento di resistenza umana sulle problematiche relative agli impianti di incenerimento. e alle attività promosse dalle Mamme no inceneritore.
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