L’ennesima ricerca, questa volta delle Università di Oxford e del New South Wales, ci dice che essere felici o infelici produce effetti irrilevanti sulla salute. Lo sostiene uno studio anglo-australiano durato 10 anni e pubblicato su The Lancet, dicendoci in buona sostanza che, per molto tempo, è stata confusa la causa con l’effetto, ritenendo che sia a causa della malattia che si diventa infelici.
Personalmente ritengo che tutto questo rappresenti una idiozia, volta a modificare la percezione degli eventi, in modo tale che le persone si abituino ad una condizione di depressione e conseguente infelicità. Nessuno mette in discussione che la malattia non produce di certo scoppi di felicità al suo insorgere, ma escludere a monte che non abbia relazione con il proprio umore, porta a pensare che il tutto sia creato ad arte così da prendere per i fondelli le persone.
Non bisogna cadere in questo tranello, del tipo è nato prima l’uovo o la gallina, perché è evidente che le persone si ammalano perché, per esempio, consumano smodatamente alcool, ma rinunciare a chiedersi il perché venga coltivata questa abitudine significa, secondo me, essere in malafede. Sempre tenendo presente l’esempio dell’alcool, non è che si comincia a bere perché si è al settimo cielo, con tutto il rispetto per coloro che vivono questa difficoltà.
Non mi devo certo affidare a queste “autorevoli” studi, per comprendere che se sono di buon umore mi alimenterò, fisicamente, emotivamente e mentalmente, con elementi più sani, traendone, di conseguenza, la possibilità di migliorare il mio umore. Non devo certo cercare lontano per capire che se sono arrabbiato mi alimenterò con elementi “pesanti” e per nulla armonici, creando le condizioni attraverso le quali verrà facilitata la possibilità di ammalarsi.
Tranquilli, ci dicono, non vi ammalate perché siete tristi, continuate pure a vivere questa condizione attraverso la quale vivere una insoddisfazione perenne, alla continua ricerca di un benessere che non potrà mai giungere attraverso questa modalità. Va tutto bene, ci dicono, le cause che pensavamo creassero la malattia sono semplicemente effetti con i quali dobbiamo fare i conti, ma del tutto irrilevanti come causa dell’insorgere della malattia… dicono loro.
Stravolgere la realtà è ormai divenuto sport olimpico, e la percezione umana sempre più soggiogata e resa sterile. Ormai non siamo più capaci di affidarci al nostro sentire e alla nostra esperienza, titubanti come siamo nell’affermare il nostro punto di vista. Ci vogliono portare via la nostra capacità di discriminare, siate dunque felici al meglio delle vostre possibilità senza delegare e giustificandovi del fatto che le condizioni che vivete avvalorano il vostro malessere di cui non siete responsabili.
Non è così, gente allegra il ciel l’aiuta, vogliono semplicemente creare sempre più attenzione al sintomo per rafforzarlo e creare ulteriore malessere. Ognuno possiede una vita nella quale fare esperienze, provate ad essere incazzati ed osservare l’andamento della vostra giornata, a lungo andare questa modalità creerà disarmonia nella vostra coscienza facendo precipitare il sintomo sul piano fisico… esattamente il contrario di ciò che potrebbe avvenire coltivando il buon umore. Meglio seguire dunque, il caro vecchio buon senso.