Non c’è che dire, ci hanno fregato abbindolandoci con l’idea che potevamo avere tutti i prodotti della terra senza aspettarne i tempi. Siamo stati complici di un mercato che ci ha drogato. Non è vero che potevamo smettere quando volevamo, perché dopo la prima volta di una primizia fuori stagione ce ne sono state altre, e smettere a questo punto era quasi impossibile.
Per quanto mi riguarda sono uscito dal tunnel, mai più frutta e verdura fuori stagione, anche se devo dire che la mia intossicazione, abitando in campagna, è stata limitata. La situazione appare ormai irreversibile, in conseguenza del fatto che in Italia non possediamo più un’agricoltura degna di questo nome, svenduta pezzo per pezzo, al punto che importiamo prodotti da ogni latitudine.
Senza contare il fatto che se vogliamo che tutte queste primizie atterrino sulle nostre tavole in qualche modo ne dovremo pagare le conseguenze, inquinati saranno i cibi magari anche OGM, per consentire loro di fare migliaia di chilometri, inquinata sarà l’aria dovuta al flusso di aerei che si incrociano nei cieli consumando quantità industriali di petrolio.
Inoltre, a pensar male spesso ci si prende, come recita l’antico adagio, quindi chissà, visto che viviamo momenti nei quali si ottimizza tutto, vuoi vedere che magari questi aerei si danno disponibili a irrorazioni di scie chimiche, tanto sono per strada… Lo so è pura fantascienza, sicuramente assurdo e nello stesso tempo terribilmente plausibile temo.
Leggere l’elenco dei 9 cibi che per questi motivi inquinano di più, come riportato dal quotidiano la Repubblica, fa veramente tristezza. Questa è la classifica:
- Ciliegie dal Cile
- Mirtilli dall’Argentina
- Asparagi dal Perù
- Noci dalla California
- More dal Messico
- Angurie dal Brasile
- Meloni della Guadalupe
- Melograni da Israele
- Fagiolini dall’Egitto
Le chiavi di lettura possono essere molte, non ultima la corruzione e i giochi di potere che se ne fregano del bene comune in luogo di una vita che deve essere preservata a tutti i costi. Siamo alle prese con un continuo drenaggio di risorse che sta spegnendo la vita su questo pianeta.
Vogliamo esportare i nostri prodotti per esempio in Perù? Magari loro hanno bisogno di esportare e guarda caso hanno degli asparagi, e allora ci dicono che li dobbiamo prendere noi, naturalmente poi saremo in difficoltà con quelli locali visto che produrli costerà di più, quindi siamo costretti nostro malgrado a importarli. Prodotti cresciuti in maniera intensiva, trattati chimicamente, e magari anche in mancanza di tutele sindacali. Per fortuna che i politici hanno a cuore l’interesse comune, pensate se fosse il contrario…
Esseri avidi di profitto hanno consentito tutto questo, svendendo in pochi anni un patrimonio immenso. Ci dicono che è la globalizzazione, ma secondo me è solo ignoranza, la quale ha notoriamente delle falle attraverso le quali energie disumane possono incistarsi. Tanto che gliene frega loro visto investono il tutto in fondi di investimento alieni.
L’alimentazione è basilare per una buona salute, e mangiare cibi fuori stagione situati a latitudini che non ci appartengono non è certo consigliabile, in considerazione del fatto che arrivano a noi ormai devitalizzati e anche “incazzati”, perché sono fatti crescere in maniera intensiva.
Sarà anche per questo che il biologico ha aumentato il suo fatturato segnando un aumento del 65% rispetto al 2007, lo stesso dicasi per coloro che acquistano direttamente dai contadini nella misura di un 25% in più rispetto all’anno scorso.
Il ritorno alla terra è ormai inevitabile, anche se ormai è esangue visto ciò che deve patire subendo ogni sorta d’inquinamento. La terra è in ogni caso più forte e saprà scrollarsi di dosso l’avidità umana che cerca di renderla inerte.
Non possiamo pensare che possa farcela da sola visto che come esseri umani ne facciamo parte, darle una mano fa parte della nostra vera natura, magari rimanendo anche umani senza farci recidere le nostre radici.