La meditazione è in grado di produrre benessere, senza pensare di essere perfetti, d’altra parte, la condizione umana lo impedisce, è bello verificare nella mia vita la bontà degli insegnamenti che ho ricevuto, e che ho cercato di assimilare al meglio delle mie possibilità attraverso l’esperienza, senza quei dogmatismi che mi portassero ad una devozione che, per sua natura, tende a delegare all’esterno, senza assumersene la responsabilità.
Non possiamo pretendere che le cose cambino attraverso la politica, ritenendo che una fazione sia migliore dell’altra ed in grado di agire per il bene comune. La politica, e la società in generale, sono il prodotto di una coscienza umana che non è in grado di vedere oltre la propria ignoranza, di cui l’avidità a scapito dei propri simili, ne è una testimonianza tangibile.
Cominciare a meditare, nel vero senso della parola, significa aver conseguito una aspirazione volta al riconoscimento delle cause, assumendosi la responsabilità della propria vita, la quale non dipende da nessuna condizione esterna, anzi, invece, dovrebbero essere ringraziate, perché fungono da catalizzatore, aiutandoci a vedere gli effetti delle nostre azioni, dandoci la misura dell’incoerenza che ancora ci appartiene.
La vera rivoluzione è sempre quella della coscienza, fino a quando diremo che ci deve pensare il comune, la provincia, la regione, lo stato, e via via sino all’Universo che ci deve parlare e toglierci le castagne dal fuoco, le possibilità di scremare la nostra ignoranza non sono elevatissime. La vera rivoluzione è quella della coscienza, dove ognuno, ove la vita lo ha collocato, si adoperi per smantellare i propri personalismi, in favore di un senso di comunione insito nella vita stessa.
Il mondo è malato, e lo è ogni essere umano, dove la malattia tende a riorientarne la coscienza modificando le priorità della propria esistenza, la quale, sarà sempre più rivolta al prendersi un po’ più cura della propria salute, questo a seconda del grado di consapevolezza posseduto. La Terra è malata, e sta “spurgando” i virus che le impediscono una condizione di benessere, ma va bene così, non si può cambiare ciò che non si conosce, e il pianeta nel suo complesso, si sta rapportando con gli effetti della condizione della coscienza umana.
Ogni essere umano, rappresenta una cellula di questo organismo che è la Terra, e non possiamo pretendere che ogni cellula si comporti per ciò che non è, bisogna avere pazienza, fiducia in una vita che sa certamente il fatto suo. Vi sarà capitato di vivere un evento del quale non ne comprendevate il significato, prendendovela con questo o con quell’altro… poi quando tutto è passato, magari guardandovi indietro, forse avete avuto la sensazione che tutto doveva andare come è andato, d’altra parte sono proprio questi momenti di travaglio che producono le più grandi trasformazioni della coscienza.
Ciò che sta vivendo il pianeta in questo momento, lo possiamo accostare ad un bisogno di risanarsi vivendo il necessario travaglio, e facendo i conti con la distruttività che lo compone. Il male sta affiorando sempre più, ma non è detto che sia un “male”, anzi, personalmente sono sempre più convinto che le cose vadano al meglio delle loro possibilità, e che mai come ora vi sono tante forze che concorrono nel radicare l’amore su questo pianeta.
Lo so, sembra incredibile da credere, e sono il primo a dire che è indimostrabile, è “solo” un sentire che si fa strada sempre più nella mia coscienza, facendo affiorare un senso di fiducia sempre più forte. Ciò che spinge il male ad emergere è l’amore, è come mettere dell’acqua pulita in un catino contenente dell’acqua nera come la pece, dovremo fare i conti quindi, per un periodo più o meno lungo, con l’acqua sporca che tenderà ad uscire, e ci vorrà un po’ di tempo perché l’acqua del catino divenga completamente cristallina.
Questi sono i tempi nei quali prendersi cura di sé stessi è fondamentale, la rivoluzione è quella delle coscienze, ed ognuno la compia nella propria vita cercando di radicare lo yoga, quel senso di unione che deve essere senza se e senza ma. Siamo bravi tutti a nutrirci di parole, mettendo davanti ad ogni frase i propri bisogni, e i propri dogmatismi, poi quando necessitiamo di andare incontro all’altro, troviamo ogni minuscola differenza per giustificare la nostra presunta superiorità.
Lo yoga non è un cercare di adattare la vita ai propri bisogni, ma è esattamente il contrario, sono le nostre vite che debbono essere plasmate in funzione di una capacità di servire che vada oltre le divisioni, coltivando, sempre e comunque, ciò che unisce. Non esiste, secondo me, nulla di più bello, che prendersi su di sé la propria “croce”, il fare con quello che c’è dando valore a ciò che possediamo, senza ritenere costantemente, che siamo svantaggiati da una vita che non ci dà mai le condizioni ideali per manifestarci.
Lo so, sono piacevolmente fazioso, perché in questo articolo ho tradotto in parole un po’ della mia esperienza, invitandovi a prendervi cura di voi stessi, non che non lo stiate facendo, ma con la possibilità di farlo sempre più consapevolmente, senza pensare che debbano essere altri a farlo per voi.
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