Gli abitanti di Malles hanno votato la messa al bando dei pesticidi. Il risultato desta molto interesse in quanto cambia le regole del gioco, in una zona dove l’attività principale è la produzione di mele. In Alto Adige dato che viene prodotto il 10% di tutte le mele che vengono commercializzate in Europa esiste un consorzio di coltivatori, il Bauernbund , molto ricco che dagli anni 50 impone delle scelte ben precise a tutto il resto della comunità. Il referendum popolare vinto con il 75% dei voti sancisce una storica vittoria a favore della salute e fa storcere la bocca al Bauernbund, in quanto teme che il divieto ai pesticidi possa essere esteso a tutto l’Alto Adige.
La scelta di un possibile ritorno ad una agricoltura tradizionale spaventa chi detiene le leve del potere. La crisi e le inique leggi del mercato non possono addormentare per sempre il buon senso e la voglia di vivere. Magari la decisione dei 2.377 cittadini di Malles è stata influenzata dalle analisi delle urine prelevate in val di Non che evidenziavano la presenza di pesticidi, oppure è stata condizionata dalla crisi che ha colpito il commercio delle mele. Il tempo darà le giuste risposte, ma al momento c’è da registrare che un numero sempre maggiore di cittadini percepisce che la salute e la principale fonte di sostentamento sono in pericolo per colpa dei pesticidi.
Nonostante siamo sottoposti alle barbarie di un mercato consumistico, non è da sottovalutare l’importanza di coltivare un frutto privo di tossine, infatti per molte aziende si rivela un modo per emergere in una realtà globalizzata che ha perso per strada il sapore e la genuinità dei prodotti commercializzati. Ma la cosa più importante è che non si può barattare la salute per i soldi. Se ci ammaliamo a cosa ci serve avere delle monete per comprare l’Iphone 6? Una recente indagine internazionale, svolta tra i nutrizionisti, ha evidenziato come gli studiosi dell’alimentazione considerassero, di gran lunga, la mela il cibo più tossico. Inoltre pochi mesi fa è salito all’onore della cronaca la denuncia di una famiglia veneta preoccupata per il mal di testa della figlia. Quando il meleto adiacente alla loro abitazione viene trattato chimicamente la piccola accusa delle cefalee consistenti.
E’ proprio il caso di dire che siamo alla frutta. L’agricoltura chimico industriale voluta dalle multinazionali è insostenibile per la comunità. I pesticidi impoveriscono il terreno e costringono i contadini a dipendere sempre più dalla chimica. Oltretutto il prodotto ‘trattato’ perde di qualità e contro valore economico. Così viene innestato un circolo vizioso che strangola il piccolo produttore e favorisce le grandi aziende che finiscono per monopolizzare il mercato imponendo prezzi e bassi standard di qualità.
Il voto di Malles porta un raggio di speranza in uno scenario inquietante, in quanto la realtà dei fatti ci racconta che una piccola comunità ha sconfitto il potere elitario. Nonostante le lobby sembrano farla da padrone, il mercato globalizzato imposto dalle multinazionali può essere ripensato in funzione dell’essere umano.