Fuerteventura--330x185La Terra viene continuamente trivellata da parte di multinazionali senza scrupoli che desiderano semplicemente accaparrarsi le risorse di questo pianeta, come nel caso delle Isole Canarie, dove la minaccia di una esplorazione petrolifera sta per divenire sempre più concreta da parte della Repsol, una società spagnola attiva nei settori del petrolio e del gas naturale.

È in atto una vera e propria guerra, dove a farne le spese è questo pianeta, continuamente devastato dall’avidità umana. Gli esseri umani sono schiavi e tali devono rimanere, non potendo affrancarsi dai combustibili fossili altamente inquinanti che mettono in pericolo la salute di tutti.

La sensazione che ho, è quella di un pianeta ormai conquistato da forze aliene, le quali cercano di succhiare avidamente ogni risorsa, mettendo gli esseri umani gli uni contro gli altri giustificando ogni nefandezza. Si fanno le guerre per le risorse energetiche, mascherate da missioni di pace, mettendo in apprensione i popoli, i quali, depredati delle loro risorse diverranno facilmente controllabili.

La Corte Suprema spagnola ha respinto sette ricorsi da parte di autorità locali e organizzazioni ambientaliste, le quali stanno cercando di opporsi ad un decreto del governo datato marzo 2012 che autorizza la ricerca di idrocarburi in un’area di 616mila ettari di terreno nelle isole di Lanzarote e Fuerteventura. Ormai ci siamo, visto che manca solo il via da parte del Ministro dell’Industria spagnolo José Manuel Soria, tra l’altro nato proprio a Las Palmas, nelle isole Canarie.

Le proteste montano sempre di più temendo un disastro ambientale, che a questo punto appare inevitabile, mettendo a rischio la pesca ed il turismo, inoltre questa zona, vicina alla costa africana, è attraversata da cetacei e tartarughe marine. Naturalmente gli interessi economici prevalgono sempre sul buon senso, mettendo a rischio un ecosistema di eccezionale valore naturale.

Le Isole Canarie sono comunque in buona compagnia, e altre aree della Spagna sono minacciate da esplorazioni petrolifere, come le Baleari, l’isola di Ibiza, il golfo di Valencia e le regioni della Cantabria e dell’Andalusia. D’altra parte le crisi create ad arte servono proprio a questo, vista la situazione precaria il fine giustifica sempre i mezzi, e con il miraggio di maggiori posti di lavoro viene devastato il territorio sul quale poggiano le nostre esistenze.

La coscienza umana è ancora bambina nella speranza che cresca velocemente, e che si renda conto di quale tesoro ha a disposizione, invece di barattarlo con un piatto di lenticchie. Le multinazionali ci hanno illuso facendoci credere che avremmo lavorato meno e guadagnato di più, senza il bisogno di prendersi cura di una terra che ha un costante bisogno di attenzioni, ma che sa ripagarti senza limiti.

È venuto meno questo legame, e allora la continuiamo a mungere per sostenere un modello industriale ormai fuori da ogni logica. Invece l’essere umano deve riappropriarsi della sua vera natura, riconoscendo la semplicità di una vita dove il contentarsi non è l’accettare supinamente gli eventi, ma cogliere in ogni momento la possibilità di fare con quello che c’è trovandolo bello.