Il presidente americano Barack Obama si è preso 4 giorni per fare una capatina in Europa con l’intento di preservare i propri possedimenti. Ogni tanto è bene che il padrone si faccia vedere, altrimenti i mezzadri che coltivano la terra possono approfittarsene e lucrare sul raccolto.
La prima tappa è avvenuta ieri a Varsavia in occasione del 25° anniversario della liberazione della Polonia dalla sfera d’influenza sovietica. Non le ha mandate certo a dire, anzi ha fatto proprio la voce grossa, riprendendo tutti coloro che pensano sia bene ridurre le spese militari. C’è la crisi ma non si deve abbassare la guardia, la gente non ha lavoro e tira la cinghia ma non importa, veniamo avvelenati a 360° ma ciò di cui abbiamo veramente bisogno è morire in sicurezza.
Obama è stato un signore, quando c’è da riportare tutti all’ordine con una bella strigliata non si tira indietro, ma in fondo è un tenerone, e dopo aver mostrato il pugno ne distende le dita mostrando la carezza al suo interno. Non è un tipo espansivo, diciamo che esprime il suo affetto con doni sostanziosi, in questo caso, con 1 miliardo di dollari che dovranno servire a rassicurare l’Europa così che possa difendersi dalle grinfie dell’orso russo.
Chi non conosce la storia è destinato a ripeterla, d’altra parte quando prevalgono interessi alieni all’umanità non si può che attendere l’ennesima catastrofe avendo fiducia di una vita che persegue sempre la via di minor resistenza. Certo che fa effetto un Obama, che assieme al suo omologo polacco Komorowski, passa in rassegna i caccia F-16 che agiscono in perlustrazione sui territori baltici in collaborazione con la Luftwaffe tedesca.
La Polonia mi dà la sensazione di voler passare dalla padella alla brace, visto che dopo aver acquisito una agognata libertà, desidera ritornare ad una situazione di sudditanza, questa volta occidentale. Infatti, fa notare di avere tutte le credenziali perché siano insediate sul suo territorio delle basi NATO che non abbiano solo un valore simbolico. Alla Casa Bianca non credono alle loro orecchie, forse sono rimasti spiazzati perché non osavano sperare tanto, visto che per il momento preferiscono un aumento delle truppe a rotazione.
Oggi Obama è a Bruxelles in occasione del G7, che ha sostituito il G8 di Sochi dopo le note vicende ucraine e le conseguenti sanzioni con espulsione annessa nei confronti della Russia. In ogni caso, Obama e Putin, avranno modo d’incontrarsi in occasione del 70° anniversario dello sbarco in Normandia. Obama si è affrettato a dire che non ha mai sospeso il dialogo con l’oligarca russo, d’altra parte la sensazione è quella di due mani che usano lo stesso asciugamano per poi fregarselo.
Da che mondo è mondo le crisi hanno sempre trovato lo sbocco di una guerra, speriamo che in questa occasione vada diversamente, ma la sensazione è che ognuno stia raggiungendo la propria collocazione all’interno di una rete che, giorno dopo giorno, viene tessuta. Paventare paure è da sempre il modo migliore per imbrigliare le coscienze delle persone, ma anche la dimostrazione che il male ha paura a sua volta, altrimenti non si manifesterebbe in maniera sempre più palese.
Il genere umano possiede risorse inusitate che sono emerse ciclicamente nell’arco della storia di questo pianeta. Le forze disumane stanno cercando di schiacciare sempre più questa potenzialità mandando esseri sempre più vuoti e spenti. Basta guardarli in faccia per verificare che in loro ogni traccia di umanità è ormai assente, marionette esecutrici di un disegno di morte.
Il male è più appariscente, ma il bene è più forte. Il male ci fa portare l’attenzione all’ombra riflessa alimentando le paure, il bene ci rimanda all’essenza e al bene comune. Le cavallette non sono strutturate per il bene comune, ma per fare terra bruciata fagocitando ogni sorta di risorse, fisiche, emotive e mentali.
Coltiviamo ciò che unisce, facendo una rivoluzione pacifica dove la vita ci ha collocati, cercando di rimanere integri e saldi nella ricerca del bene comune, e creeremo un ponte attraverso il quale po’ più di amore potrà giungere a risanare la terra.