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Workzone – fine della zona lavoro

Renzi è sempre più tronfio, sembra caricato a molla da tutti i dati sempre più negativi che accompagnano il suo operato. Nessun segno di debolezza, non è tempo di cedimenti o di riflessioni, bisogna andare avanti, e trovata la vena del paese Italia non si può togliere la farfallina proprio ora.

L’immagine di salvatore della patria gli calza a pennello, almeno è quello che vuole darci a bere, al punto tale che, probabilmente, in fondo ai suoi pensieri, comincia a farsi strada un certo non so che… forse è giunto il momento di recarsi dall’oracolo del film Matrix, la vecchia signora che cuoceva i biscotti, per ricevere la conferma di essere lui l’eletto.

Il Presidente del Consiglio scuserà un po’ d’ironia, lui che ne dispensa a piene mani, ma possibile che non abbia un briciolo di umanità che lo renda fallace come tutti, invece è perfetto come nessun altro, malgrado le recenti elezioni gli abbiano consegnato un dato allarmante, una astensione record e una vittoria di Pirro che non ammette repliche.

Invece lui ha vinto, più ci sono macerie e più si sente vincitore, il paese va a rotoli e lui fa capriole verbali, il lavoro manca e lui lo riforma, ma anche riformato mancherà comunque, anzi sarà sempre meno, sempre più precario, sempre meno tutelato. Anche oggi sarà contento, il Jobs act è stato approvato da pochi minuti alla Camera con un giorno di anticipo sulla tabella di marcia, e ora andrà al Senato.

Sempre molto rapida la politica quando c’è da fare a pezzi questo paese, per poi rallentare in binari morti se è il bene comune a reclamare un po’ di dignità per gli esseri umani.