Il sogno Ri-Maflow compie un anno. Sono passati dodici mesi, da quando venti ex dipendenti della Maflow hanno deciso di lavorare in autogestione. In seguito al trasferimento della produzione in Polonia, i nostri eroi non si sono persi d’animo ed ispirati alle società di mutuo soccorso dell’800, hanno deciso di investire su se stessi. Invece di tentare di far cambiare idea al CDA della Maflow hanno scommesso sulla solidarietà. Dopo aver rilevato il capannone dismesso dall’azienda, hanno riconvertito la produzione puntando su un piano ecologicamente sostenibile.
I 14.000 metri quadrati occupati dalla Ri-Maflow vengono utilizzati principalmente per il riciclo di materiale elettrico ed elettronico a Km zero. Inoltre la fabbrica ospita la sede di un gruppo di acquisto solidale, che ha stretto contatti con i contadini della zona e un mercatino dell’usato che conta un settanta espositori.
La fabbrica autogestita di Trezzano sul Naviglio non è un caso isolato. Ne è la riprova l’incontro svoltosi a Marsiglia, il 31 gennaio, presso la Fralib un’altra fabbrica autogestita. All’evento organizzato per censire le fabbriche riconvertite hanno partecipato realtà europee e sudamericane. Nel tempo della crisi l’incontro di Marsiglia accende una luce di speranza in Italia e nel mondo. Un’ altro modello produttivo è possibile.