La riduzione del numero dei parlamentari, finalmente, ora è legge. Dopo diversi tentativi in cui ci abbiamo provato senza riuscirci, stavolta è andata bene. Tutti esultano, in primis il Movimento cinque stelle che rivendica la paternità del progetto. Che questa legge sia una cosa positiva dal punto di vista del risparmio, non ci piove. Vengono risparmiati circa 57 milioni di euro l´anno. Meglio che niente. Mi sono chiesto se davvero non ci siano altri modi per risparmiare qualcosa in più di 57 milioni. Io dico che non basta. Io al posto dei nostri parlamentari avrei agito diversamente. Ad esempio mi sarei informato su quali siano le voci di maggiori uscite per il nostro paese e avrei puntato sulla riduzione di quelle. Anche se non sono un parlamentare, questa ricerca l´ho fatta da cittadino. Vi interessa sapere cosa ho scoperto? Quanto sto per dirvi l´ho già scritto in un mio precedente articolo ed ora riporterò alcuni punti essenziali.

Nella  relazione annuale della Banca d’Italia del 2015 scaricabile dal sito dell’istituto, alla pagina 173 è visibile lo Stato Patrimoniale, riferito al 2014, di cui qui riporto la parte che ci interessa: (1)

Quindi ora sappiamo che il valore totale delle banconote in circolazione in Italia nel 2014 è stato pari a 164,5 miliardi di euro, registrate come passivo, come si legge agevolmente. Le monetine invece non sono presenti in questo bilancio passivo perché vengono coniate dallo Stato (ovviamente nella quantità decisa dalla Bce).

Bene, ora paragoniamo i miseri 57 milioni risparmiati con la riduzione del numero dei parlamentari con i 164 miliardi di euro che noi spendiamo per la stampa delle banconote.

Stampare gli euro ci costa tanto? Non è che stampare gli euro ci costa tanto. Dovete sapere che stampare una banconota costerebbe circa 3 centesimi. Il problema è che gli euro li stampa la BCE che, ricordiamolo, non è un organismo pubblico ma privato, e che la BCE, ci presta gli euro e ce li fa pagare per il valore nominale, più gli interessi. Ossia una banconota da dieci euro ci costa 10 euro, una da venti ci costa venti, una da cinquanta ci costa cinquanta, una da cinquecento ci costa cinquecento euro più gli interessi, mentre alla BCE costa solo tre centesimi a banconota.

Quindi nella voce passivo della Banca d´Italia sta scritto chiaro e tondo che a noi italiani, stare in Europa ci costa oltre 164 miliardi di euro all´anno, ossia l´equivalente del valore nominale delle banconote che la BCE ci presta. Questo guadagno incredibile viene definito signoraggio. Se quelle banconote ce le stampassimo noi ci costerebbero solo 3 centesimi. Come se non bastasse, la BCE ha la faccia tosta di riportare al passivo il reddito da signoraggio, vi rendete conto? Questo avrebbe potuto farlo se ci fosse stato un equivalente in oro, ma non esiste più da parecchi anni ormai.

Va da sé che se gli euro ce li stampassimo noi, risparmieremmo 165 miliardi all´anno, su questo non ci piove. Lo dimostra il fatto che le spese per coniare le monete metalliche non sono riportate in bilancio come passivo. La domanda fatidica a questo punto è: ma allora stando così le cose, perché le banconote non ce le stampiamo noi, recuperando in tal modo la sovranità monetaria, persa con l´attuale situazione? Ma nell´articolo 1 della Carta Costituzionale non sta scritto che la sovranità appartiene al popolo? E se la sovranità monetaria appartiene ora alla BCE che, ricordiamolo, ha nella maggioranza soci privati, questo significa che l´attuale situazione di perdita della sovranità è anticostituzionale. Ma soprattutto, chi ha permesso in modo fraudolento e criminale che si arrivasse a questa situazione?

1992: IL TRATTATO DI MAASTRICHT (2)(3)

Ad aggravare la situazione ci pensarono i nostri politici nel 1992, con il governo Amato, quando decisero di aderire al Trattato di Maastricht, che imponeva alla nostra economia il rispetto di parametri- capestro, tra i quali proprio la contrazione del debito pubblico. Questo diverrà lo spauracchio in grado di giustificare le politiche dissennate di privatizzazioni e svendita a capitali privati e stranieri di asset pubblici strategici, avvenuta proprio in quei decenni: tutto ciò rappresenta – occorre sottolinearlo – un tradimento della Costituzione. Inoltre gli economisti di regime omettono di dire che il deficit annuale sul quale l’Italia viene costantemente bacchettata dai burocrati di Bruxelles è dovuto agli interessi passivi, e nulla c’entrano la spesa pubblica (inferiore a quella francese, ad esempio) e la corruzione. Insomma, l´Europa ci accusa di non fare abbastanza per ridurre il debito pubblico… quando la principale causa del debito è proprio l´Europa (ricordate i 165 miliardi di euro all´anno che spendiamo per farci prestare gli euro?).

IN CONCLUSIONE

La riduzione del numero dei parlamentari è sicuramente un buon risparmio, ma nello stesso tempo rappresenta solo fumo negli occhi, un contentino per il popolo ignaro, poco informato sulle reali cause del debito pubblico. Ora facciamo insieme mente locale: dei partiti di maggioranza, vi risulta che qualcuno abbia negli ultimi tempi parlato mai di sovranitá monetaria per far sì che il nostro paese si stampi le banconote da solo? No, eh? Guai a parlarne, perché signori miei, l´Europa non si tocca…

FONTI

  1. https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/relazione-annuale/2014/rel_2014.pdf
  2. https://scenarieconomici.it/banca-ditalia-tesoro-il-divorzio-piu-caro-della-storia-ditalia-di-ilaria-bifarini-e-palma/
  3. il furto del debito pubblico spiegato bene (https://www.youtube.com/watch?v=r5fQKEPYD7A)