Scorre la notizia di una nuova tragedia del mare e nello stesso tempo sempre uguale, con immagini che, se da un lato possono creare assuefazione davanti a qualcosa che appare ineluttabile, dall’altro alimentano un “sano incazzo” nel constatare ancora una volta la totale disumanità dei vertici che detengono il potere economico su questa terra.
Sabato scorso un barcone che stava affondando a 65 miglia da Lampedusa, e i superstiti raccontano di 750 persone a bordo, ma solo 569 si sono salvati e i rimanenti 181 sono morti intrappolati nella stiva, annegati o uccisi dai propri stessi compagni che non li volevano farli uscire in coperta perché non vi era più spazio, visto che ogni centimetro era occupato persone accatastate come bestie uno sopra l’altro.
Il Canale di Sicilia è ormai divenuto un cimitero del mare, frutto di un genocidio annunciato, ma è la Terra nel suo complesso ad essere testimone di una guerra tra il bene e il male di cui constatiamo gli effetti ogni giorno attraverso una recrudescenza di avvenimenti che non trova mai fine.
Non dimentichiamoci che questi disperati vengono da luoghi che sono stati depredati nei secoli dall’opulento Occidente, luoghi nei quali sono stati compiuti delitti contro l’umanità per mantenere le popolazioni nell’indigenza, mentre venivano creati ad arte gruppi di potere interni con il dittatore di turno, ben foraggiati da chi aveva intenzione di spolpare questi territori.
Tutto questo non è umano, l’umanità è un’altra cosa che si basa su di un sentimento di solidarietà reciproca, di comprensione e di indulgenza verso i propri simili… no questo non è umano ma certamente alieno, perché non vi sono altre spiegazioni se non il fare i conti con dei virus che cercano di abbassare le difese immunitarie per potersi installare nell’organismo della Madre Terra.
L’alieno punta a questo, trovando terreno fertile nell’avidità umana, collocando nei luoghi di potere elementi che hanno chiaro solamente una cosa, il vendere il Regno dei Cieli per un piatto di lenticchie, ovverossia vendere “l’anima al diavolo” per pochi sprazzi di potere nell’arco di una vita, di cui dovranno comunque pagarne il prezzo.
L’alieno punta a questo, a debellare gli anticorpi forti della loro umanità, rendendo disumana una esistenza nella quale far perdere ogni fiducia nel prossimo, ammassandoci come bestie senza farci percepire le differenze di ognuno, facendoci sprofondare in un abisso nel quale tutto apparirà uguale. Il male agisce in questo modo, alimentando una deresponsabilizzazione rispetto a tutto ciò che accade.
Il politico è emblematico e rappresenta un prototipo “ben riuscito” di questo progetto alieno, nulla lo scuote, fornito com’è di una faccia come le natiche, in grado di plasmarsi ad ogni occasione, divenendo una ventosa per poter rimanere incollato nel luogo dove la vittima di turno verrà sacrificata.
Possibile che si lasci spazio a queste cavallette aliene così che possano spolpare ogni risorsa economica e umana? Dobbiamo smettere di delegare ad altri la nostra umanità uniformandoci ad essi per un presunto quieto vivere, la vera rivoluzione è quella dettata dalle coscienze, e deve partire dal preservare la nostra umanità.
L’essere umano dovrà rendersi conto di essere all’interno di un corpo unico, e non può disinteressarsi di una infezione che si manifesta “lontano” dal proprio territorio. Questo aspetto fa il gioco dell’alieno, il quale alimenta un senso di separazione, terreno ideale per radicare la malattia.
Lo stesso accade nel corpo umano, visto che non possiamo far finta di nulla se insorge una malattia ai “confini”, per esempio nei piedi, se lo facessimo, l’ignoranza alimenterebbe il sintomo, e il camminare sempre più incerto, qualora fosse possibile, finendo per generare ulteriori acciacchi.
Nel mondo sta accadendo questo, con una malattia ignorata e alimentata da un senso di separazione generato da forze disumane. I sintomi sono sempre più chiari, ma i più non se ne accorgono come avvolti da una nube anestetizzante. Gli effetti sono sotto i nostri occhi, e la cancrena sta velocizzando il processo di necrosi così da decomporre i tessuti.
La causa è sempre un trombo, un coagulo di forze frutto dell’avidità umana, un ridotto apporto di sangue ai tessuti, ricordando che il sangue è vita, un traghettatore d’amore, il quale, se insufficiente, quel tessuto verrà rapidamente invaso da batteri.
Cominciamo a pensare alla Terra come un tessuto unico, a partire dal nostro quotidiano, smettiamo di essere dei “trombi” che impediscono il fluire della vita su questo pianeta e concorreremo a risanarlo, magari anche avendo cura dei bambini, il tesoro più grande di cui disponiamo, sempre più vittime di questa disumanità.