Sul Web imperversa un gioco folle e rischioso. Si chiama Necknomination ed è la versione social della sbronza, con l’aggiunta della nomination ripresa dai reality. Il drinking game fa proseliti soprattutto fra i giovani anglosassoni, anche se inizia ad affacciarsi anche in Italia. Si fanno filmare mentre sono intenti nell’ ingurgitare superalcolici fino allo stordimento e dopo la bravata nominano una persona che dovrà imitarli, pena la vendetta del branco. I filmati mostrano i protagonisti bere degli intrugli schifosi e poi gettarsi in imprese autodistruttive.
Fino a qualche tempo fa il pub era il luogo elettivo della sbornia. Adesso la versione evoluta porta i ragazzi a farsi riprendere mentre compiono gesti estremi. Come guidare in stato di incoscienza oppure buttarsi nel vuoto. A Firenze la settimana scorsa un ragazzo straniero ha perso la vita, dopo essersi tuffato in Arno da un’altezza di trenta metri. In seguito al drinking game sono già deceduti cinque ragazzi, ma forse il numero è più elevato. La famiglia di un ragazzo irlandese, annegato nel fiume gelido dopo aver bevuto una pinta di birra, ha lanciato un appello a Facebook. Altre famiglie, preoccupate dal dilagare del fenomeno, hanno rilanciato l’allarme chiedendo ai vertici del Social Network di cancellare il gruppo necknomination, che conta ormai molti iscritti. Fino ad adesso con esito negativo. Lo spettacolo deve continuare, nonostante metta a rischio la vita dei giovani.
I turisti stranieri, a Roma come a Firenze, con la modica cifra di 25 euro, possono fare il giro alcolico dei locali. Muniti di un braccialetto di riconoscimento vengono accompagnati in alcuni locali convenzionati, dove possono bere a volontà. Non è possibile che abbiamo da offrire solo questo alle nuove generazioni. I giovani hanno bisogno di convogliare la loro vitalità. I limiti, caratteristici della personalità degli adulti, in loro non si sono ancora radicati, per cui hanno delle potenzialità eccezionali. Per questo sono effervescenti e sensibili. Vorrebbero conoscere il mondo e al contempo vivono nella frustrazione di essere inutili. Le famiglie sono chiamate a favorire maggiormente il contatto con la ricchezza che li contraddistingue. Questi ragazzi vanno incitati, con l’esempio, a trovare la loro strada. Spegnendo gli entusiasmi giovanili non aiutiamo la transizione al mondo adulto e la dittatura dei mezzi di distrazione di massa, come i social network, contribuisce in maniera sostanziale ad imbrigliare le giovani menti. La bottiglia vuota non deve divenire il simbolo delle nuove generazioni. La strada da percorrere è un’altra. Aiutiamoci l’un l’altro a trovare quella pienezza che caratterizza la nostra vitalità.