In Toscana, a Castiglione della Pescaia, è andata in scena la prima prova della coppa del mondo di paraciclismo. Gli atleti sono giunti da tutto il mondo per onorare la voglia di misurarsi con se stessi. Tantissime erano le categorie in competizione, ben 26, anche se ogni concorrente aveva già vinto la sfida più grande. Alex Zanardi dopo aver trionfato nella cronometro si è aggiudicato anche la prova in linea nella categoria WH5, risultando il mattatore del week end maremmano.
Ho avuto la fortuna di essere presente sulle strade del circuito cittadino dove si sono svolte le gare della neonata coppa del mondo di paraclismo. Nel vedere sfrecciare delle donne e degli uomini eccezionali mi ha accompagnato una calda emozione. Insieme ad altri ero posizionato nei pressi di una curva molto insidiosa, in quel punto gli atleti erano costretti a rallentare, così potevo scorgere nei loro volti la voglia di dare il meglio. Vederli all’opera è stato educativo e contagioso. Una lezione che rinnova l’adesione alla vita. Al passaggio di ogni concorrente vi era un battito di mani. Eravamo in diversi ad incitarli. Non erano applausi di circostanza. Non si poteva fare a meno di compiere quel gesto, una forza superiore ci univa.
Per esigenze logistiche, me ne sono andato dal circuito della gara prima della fine della competizione, senza conoscere i nomi dei vincitori. Ero già soddisfatto così, avevo ammirato le gesta di veri sportivi. Grazie ragazzi per avermi riconciliato con lo sport. Dopo quanto successo a Roma per la finale di calcio di coppa Italia pensavo fosse impossibile. Impariamo dal paraciclismo. Facciamola finita con il calcio e tutti gli sport altamente professionistici, sono troppo marci per svolgere qualsiasi funzione sociale positiva. Anzi le manifestazioni competitive di massa sono utilizzate da chi vuole imbrigliare le coscienze. Torniamo a sventolare la bandiera dello sport praticandolo e ammirando i veri atleti.