occhi chiusi

Si aggirano tra di noi. Sono nelle istituzioni, negli ambienti scientifici come nelle redazioni dei giornali. Una nuova categoria di persone è pronta per essere censita dall’Istat. Sono i senza visione. Ormai è conclamato. La società industriale imponendo lo svuotamento delle campagne ha finito per incrementare il numero dei senza tetto, oggi per poter lavorare in alcuni ambienti è necessario negare l’evidenza. Negare temi scottanti come le scie chimiche, la manipolazione genetica e l’impedimento di fatto di qualsiasi sovranità popolare conferma questa tendenza.

La chiusura forzata degli occhi, impedisce la percezione degli stimoli luminosi, così viene sviluppata una nuova patologia da chi tiene gli occhi chiusi volontariamente. I vertici di Google, annusato l’affare, danno il via ad una sperimentazione che sopperirà ai deficit visivi che ormai  colpiscono copiosamente professionisti della comunicazione  e scienziati. Grazie ad una app sviluppata per i Google Glass, emotient, sarà possibile capire le emozioni dell’interlocutore. Il cliente di emotient invece di avere una percezione personale potrà aggregare i sentimenti espressi sul volto dell’interlocutore in maniera subdola. Mettendo ,di fatto, la propria vita nelle mani di un gruppo di ricercatori “ illuminati”. La app può risultare di grande aiuto per chi non vuole raccontare ciò che vedono i suoi occhi, ma preferisce farsi convincere ,dalla Nato, della normalità di un cielo sfregiato da innumerevoli irrorazioni clandestine.

Anche Facebook si preoccupa di questa nuova sindrome che colpisce in misura maggiore giornalisti, politici e scienziati. Zuckerberg si muove nel mercato dei senza visione, con gli stessi intenti predatori che lo vedono competere con  Google per consentire, via droni, l’accesso ad internet agli africani. A breve il social network più usato cambierà look. Visto che la visione in molti si è notevolmente ridotta, Facebook si presenterà con immagini più grandi e un nuovo carattere, per rendere più fruibili i contenuti.  Nell’epoca dell’immagine siamo chiamati ad aprire gli occhi, se non vogliamo trovarci a scattare dei selfie privi di luce interiore.