Al giorno d’oggi mangiare sano sta diventando una necessità data dal sapere che siamo quello che mangiamo. Purtroppo non è sempre facile reperire cibo sano e prodotto come natura richiede, sia per ritmi che per modi. La difficoltà cresce poi per chi abita nelle grandi città, dove i supermercati e mega-store la fanno da padrone, fornendoci cibo industriale e di scarso valore nutrizionale e dove i ritmi di vita fagocitano tutto e tutti, lasciando sempre meno tempo anche per nutrirsi come si deve e dandoci come alternative il cibo in busta (così fai prima no?!).
Questo, alla lunga, provoca non pochi disturbi al nostro corpo che, martoriato da mille altre forme di inquinamento, di cui alle volte non siamo nemmeno a conoscienza, fa sempre più fatica a rimanere in salute. Ci sono però fortunatamente persone che, nel nostro Bel Paese, si oppongono a tutto questo, facendo nascere delle realtà dove la produzione del cibo secondo le antiche tradizioni – che partono, ad esempio, da una coltivazione responsabile, assieme al rispetto della vita – è la prima regola.
Tra queste realtà c’è “Simenza”(1)(2) che ho avuto la fortuna di conoscere in uno dei suoi fondatori e soci: Giuseppe Fontana. Dopo avere sentito la terribile notizia per cui il nostro amato governo avrebbe dato dei soldi a questi coltivatori purché la smettessero di produrre i grani antichi(3). Risposta: NO! Giuseppe si è subito dimostrato disponibile a raccontarmi e spiegarmi cos’è “Simenza”.
Simenza nasce nel 2016 ed è un’associazione che fonda le sue radici nella tutela e valorizzazione della biodiversità della regione in cui nasce: la Sicilia. Tutto ciò passa necessariamente da un percorso culturale, per riagganciarsi a millenni di storia, tradizioni, antichi saperi contadini.
Giuseppe prosegue poi raccontandomi che per loro non è facile affacciarsi sul territorio nazionale, perché la loro attività è continuamente ostacolata in quanto non porta beneficio a chi ci vorrebbe alimentati alla meno peggio. Infatti non sono mancate pressioni da parte dei gruppi che controllano la produzione del grano o che producono i loro prodotti utilizzando grano OGM, proveniente da oltre oceano. Questo, assieme a molte belle cose che mi ha raccontato, mi hanno spinto a ricercare altre informazioni su questa bella gente, che muove le proprie azioni per il bene comune; cosa che al giorno d’oggi è sempre più difficile da trovare come movente ma, come sembra, non impossibile.
E così, altre ricerche su Simenza mi hanno poi fatto scoprire che oggi aggrega al suo interno agricoltori, allevatori, trasformatori, ricercatori e professionisti che hanno l’obiettivo comune di preservare quello che è uno dei patrimoni Siciliani, e non solo, più unico che raro: quello delle biodiversità italiane.
Il territorio siciliano ospita il 50 % della biodiversità di interesse agrario in Italia e custodisce il maggior numero di popolazioni locali di grani (più di 50 eco tipi).
Ai primi agricoltori pionieri si sono aggiunti produttori di altre colture: legumi, ortive, arboree da frutto, officinali; ed allevatori di razze autoctone come la vacca modicana, la vacca cinisara, la capra girgentana, l’ape nera sicula, la gallina siciliana, etc., ovvero un insieme di appassionati che lotta ed aspira alla valorizzazione di un bene comune, troppo spesso colpevolmente dimenticato.
Simenza è un vero e proprio contenitore di storie di uomini e donne amanti della propria terra, desiderosi di salvaguardarla e tramandarla alle future generazioni, anche a costo di enormi sacrifici contro un sistema che, come dicevo poc’anzi, non li tutela….anzi. Simenza ad oggi conta circa 140 soci che, ognuno con il suo sapere, sta portando avanti quello che oramai è il loro obiettivo primario: far mangiare bene e ad un prezzo accessibile gli acquirenti dei propri prodotti, dando la priorità al popolo siciliano.
Una tappa fondamentale è quella di far certificare quello che producono tramite la collaborazione con le Università. Per far questo, tornando al racconto di Giuseppe, fanno esaminare ogni singola produzione, dividendola e catalogandola in singoli lotti che – inviati alle Università che ne esaminano il contenuto secondo le indicazioni fornite da rigidi disciplinari di produzione e controllati da un sistema di garanzia partecipativo – concederà il marchio di garanzia dell’Associazione, a tutela e garanzia dei produttori e dei clienti. Ciò fa sì che tutto quello che producono sia certificato nel tempo e non una tantum come fanno i “big” che di big hanno solo gli introiti.
Questa è Simenza: fatta di uomini di cuore, generosi come la loro terra, ricca di persone schiette, vere che ho avuto la fortuna di conoscere, attaccati alla loro terra ed alle loro tradizioni come Giuseppe. La nostra Italia ha bisogno di gente così: che torni a lottare con il cuore, sacrificandosi, come gli agricoltori di Simenza, per il bene comune, per far sì che, partendo dalla terra, possiamo tornare e riprenderci la “Nostra Terra”, riprendendoci il pianeta!
Fonti Articolo:
(1) http://www.innatura.info/2017/08/03/biodiversita-sicilia-grani-antichi
(2) https://www.facebook.com/Simenza.bio/