La Terra è piena di risorse, e il petrolio ha un appeal formidabile, al quale, nessuno sembra resistere, tanto che ormai bisogna trivellare, visto che sembra l’unica soluzione per mantenere elevato il tenore di vita delle nazioni. Esistono guerre di superficie in ogni dove, con focolai in continuo aumento e desiderosi di unirsi. Esistono guerre sotterranee per accaparrarsi le risorse di questo pianeta, ma in definitiva, esiste una sola guerra, quella che oppone l’umanità a forze disumane che possiamo considerare aliene.
La Norvegia apre al colosso moscovita Rosneft, per usufruire del petrolio che si trova offshore, nei mari ghiacciati, perché se vuole mantenere lo standard elevato del suo stato sociale, non ha scampo, visto che è quasi dipendente dall’estrazione dell’oro nero. Inoltre, che importa, se la Norvegia ha aderito alle sanzioni da comminare alla Russia, per le note vicende ucraine, la parole sono parole, ma la coerenza prende sempre un’altra strada.
La Norvegia si fa notare anche per la caccia alle balene, essendo l’unico paese al mondo assieme a Islanda e Giappone, che consente questa barbara pratica, anche se nel paese nipponico tutto avviene sotto la scusante degli studi scientifici. Quest’anno, in Norvegia, sono state arpionate 729 balene, con l’alibi, di dover ricreare una domanda interna in continuo calo, quindi non c’è scampo, con la richiesta o senza, le balene si devono far fuor, d’altra parte nel secolo scorso ne sono state uccise 2 milioni.
Uccidere le balene è un atto barbaro, come si fa prendersela con questi bellissimi animali a sangue caldo, sui quali lucrano le lobbies internazionali utilizzando grasso, olio, carne, ossa, denti e pelle, animali che la scienza e le leggende, dipingono vicini a noi e alla nostra capacità di soffrire. Gli stessi balenieri, ammettono che se le balene potessero gridare, tutta l’industria della pesca si fermerebbe, perché nessuno potrebbe resistere a quelle grida.
Parliamo della Norvegia, un paese “civile”, che per il proprio benessere distrugge la natura, infischiandosene di ciò che procura alle generazioni future. In ogni caso stiamo parlando di una piccola porzione di mondo, un po’ più grande dell’Italia, ma con meno di 5 milioni di abitanti, pari ad una densità di 14 abitanti per chilometro quadrato. Una piccola porzione di mondo, demograficamente agli ultimi posti, ma quanto debbono distruggere per mantenere un tenore di vita, verso il quale i “sacrifici”, in termini di vita e natura, non sono certo finiti?
Moltiplichiamo tutto questo, per le esigenze di ogni nazione, e ciò che otterremo è un mondo sempre più alieno all’umanità, che ha deciso di spolpare questo pianeta. Come ogni essere umano non cambia fino a quando non vivrà sulla sua pelle gli effetti delle sue azioni, così sarà per l’umanità nel suo complesso, speriamo che il conto che dovremo pagare non sia troppo elevato, anche se credo, che qualche scrollone dovremo subirlo.
La speranza è l’ultima a morire, perché anche quando il vaso di Pandora, il leggendario contenitore che contiene tutti i mali, è stato scoperto, e tutti i doni uscirono, Elpis, la speranza, rimase al suo interno… bisogna sempre sperare e nel frattempo darsi da fare perché le cose cambino, rimanendo umani ce la potremo fare.