downloadIl telefono come arma letale, ormai divenuto un prolungamento del nostro corpo, tanto che andiamo in panico se ce lo dimentichiamo a casa… oddio e se mi chiamano e io non posso rispondere? Panico diffuso, in un mondo nel quale siamo continuamente connessi, ma allo stesso tempo mai come ora siamo dei separati in casa nei confronti della nostra umanità.

Ormai siamo talmente infettati, tanto che dovremmo essere formattati, ma a pensarci bene è qualcosa che sta già accadendo. Fino a pochi anni fa ci si parlava guardandosi negli occhi, e quante volte ho sentito dire che le ore più belle erano quelle passate a lavorare… visto che se qualcuno ti chiamava era veramente per qualcosa d’importante, e non come accade ora, dove le conversazioni sono il più delle volte inutili e banali, così tanto per “rassicurarci” vicendevolmente.

Il telefono come anestetico per le nostre ansie, da una parte ce le fanno venire, mentre dall’altra arriva la panacea del telefono che ti allunga la vita, ma certamente non la espande rendendola inclusiva, un po’ come direbbe Bilbo Baggins parlando del burro spalmato su troppo pane. Seminando tutto questo all’interno delle nostre coscienze, veniamo poi “munti” delle nostre risorse fisiche, emotive e mentali, perché tenere dietro a tutto quello che grava sulla telefonia è prova ardua.

Il giochino ce l’hanno dato, sempre con l’illusione che avremmo comunicato meglio, ma nel vedere dita che compulsivamente pigiano dei tasti producendo isolamento, non mi pare che le cose stiano andando d’incanto. Ormai ci hanno in pugno, e ogni tanto gli operatori di telefonia mobile cambiano strategia, ciò che resta sempre uguale è un ginepraio di tariffe, nel quale orientarsi è obiettivamente impossibile, e quando crediamo che ciò sia possibile, statene pur certi che non è così. Come succede di questi tempi, dove gli operatori di telefonia mobile stanno correndo ai ripari in seguito ad un calo dei profitti, e dopo una presunta guerra dei prezzi per accaparrarsi i clienti, ora modificano il loro modo d’imbrigliarci.

Come riportato dal quotidiano la Repubblica hanno cominciato a prendersi maggiore “cura” dei propri clienti, invece di “privilegiare” coloro che facevano la portabilità del loro numero. Prima hanno creato un cartello attraverso il quale illudere i clienti, come tanti venditori da strapazzo ci dicevano di andare da loro promettendoci paradisi di tutte le fogge.

Lascia il tuo operatore, manterrai il tuo numero… e noi che bello, tanto che era diventata prassi comune quella di cambiare operatore per “risparmiare”, facendosi fare un’offerta migliore da quello che si voleva lasciare. Casino su casino, lo sapevano bene loro, che così facendo non era possibile individuare l’operatore di chi si stava chiamando con il rischio di spendere eccessivamente. Ricordo anche che, per un certo periodo, prima di chiamare componevo un numero che mi informava quale operatore stessi chiamando. Il risultato era che, anche cambiando operatore, le tariffe erano strutturate in modo tale che, come al casinò, il banco vincesse sempre.

Complice un calo dei ricavi, gli operatori telefonici mobili, ora stanno “curando” maggiormente i loro clienti, al punto tale che il loro “affetto” è ampiamente dimostrato, tanto da mettere i bastoni tra le ruote a coloro che vogliono cambiare operatore prima di almeno 12 mesi, pena il pagamento di una quota di 100 euro circa.

La sensazione è che ci spenneranno ancora una volta. Prima avevamo la sensazione di essere più “liberi” ma in ogni caso all’interno di una gabbia, ora invece la morsa si fa più stringente e la gabbia è più visibile, cercano solamente di renderla più confortevole con la fidelizzazione. Sempre una gabbia è comunque, una gabbia fatta di “liberarizzazioni” sempre più ammiccanti, dove è ormai evidente che i vari operatori sono d’accordo tra di loro a nostro danno.

D’altra parte noi siamo consumatori, non ci possiamo micca montare la testa, zitti muti e pedalare che al profitto ci pensano loro.